Carosi, Attilio – Bibliotecario, Storico (Viterbo, 11 mar. 1922 – Roma, 16 ott. 2008) 

Nato a Viterbo l’11 marzo 1922, figlio di Luigi e di Isernia (Soemia) Cianchi, dopo gli studi a Viterbo si era laureato in lettere e poi aveva conseguito il diploma di biblioteconomia e paleografia all’Università di Roma.
Nel 1950 si era sposato con Wanda Lombardi. Diresse dalla sua fondazione la Biblioteca provinciale “Anselmo Anselmi” di Viterbo, aperta al pubblico nel 1953, che negli anni successivi si arricchì di numerose donazioni e per la sua impostazione moderna ed efficace attirò un largo pubblico, aprendo anche, nel 1960, una sala per i ragazzi.

Dal settembre 1971 resse anche la direzione della Biblioteca comunale degli Ardenti, di antica fondazione ma gravemente danneggiata dalla guerra, e nel febbraio 1973 la gestione delle due biblioteche venne riunita con la costituzione di un Consorzio tra Comune e Provincia.
Come direttore della Biblioteca consorziale avviò anche, nel 1979, la pubblicazione della rivista «Biblioteca e società». Lasciò la direzione, per il collocamento a riposo, nell’aprile 1985, ma continuò a interessarsi delle biblioteche viterbesi.

Curò inoltre l’ordinamento e la catalogazione delle pergamene, dei manoscritti e dei libri antichi della Biblioteca capitolare di Viterbo e il recupero del fondo antico delle biblioteche del Seminario vescovile di Viterbo e di Tuscania ora conservati presso il Centro diocesano di documentazione, a Palazzo papale.
Socio dell’Associazione italiana biblioteche almeno dal 1957, prese parte a molti suoi congressi nazionali e nel 1964 venne eletto nel Comitato regionale della Sezione Lazio.

Aveva una particolare vocazione per gli studi di storia locale, su Viterbo e la Tuscia, che derivava da una predilezione per la memoria, per i fatti e le esperienze del passato che, anche se analizzati in un ambito locale, si legavano strettamente alle strutture economiche, sociali e culturali dei territori più vasti e alle dinamiche che regolavano la storia della penisola quando non l’intera storia europea.  Nelle sue ricerche al primo posto venivano i beni culturali (i codici manoscritti e i libri in particolare), poi gli usi e le consuetudini, le testimonianze materiali del passato. La sua era una ferma convinzione che, per questa via, si sarebbero potuto salvaguardare quegli elementi che facevano di ogni comunità locale una identità nella quale riconoscersi e dalla quale trarre nuove energie per il futuro.

Le sue ricerche di storia viterbese cominciano a vedere la luce alla metà degli anni Cinquanta ma già il primo saggio Girolamo, Pietro e Agostino Discepoli (1603-1631), Viterbo 1962, testimonia una lunga e paziente frequentazione di biblioteche e di scambi di informazioni con bibliotecari mentre l’altro saggio pubblicato con Augusto Egidi, Miscellanea di studi viterbesi, Viterbo 1962 indica la sua disponibilità a collaborare con altri appassionati di storia di Viterbo e della Tuscia per far conoscere la storia del territorio, carattere questo che lo accompagnerà per tutta la vita. Le altre pubblicazioni di questi anni riguardano prevalentemente mostre tese a far conoscere il patrimonio documentario della Tuscia e la storia del Risorgimento viterbese (Mostra storica del libro viterbese a tutto il secolo XIX, Viterbo 1957; Mostra storica del Risorgimento viterbese, Viterbo 1967; Mostra di bolle, pergamene e statuti dell’Archivio storico della città di Viterbo, Viterbo 1972). Poi, con l’uscita della sua creatura, cioè di “Biblioteca e Società” sarà questa rivista a diventare la palestra delle sue ricerche e la sua presenza sarà continua fino all’ultimo contributo su Lo Statuto del Comune di Viterbo del 1469, apparso nel 2006. Mentre scrive sulla sua rivista, studia e pubblica altri saggi e poi molti contributi in opere collettive. Tra i primi proseguono gli studi che riguardano stampatori e librai (Librai, cartai e tipografi in Viterbo e nella provincia del patrimonio di S. Pietro in Tuscia nei secoli XV e XVI, Viterbo 1988; Le edizioni di Bernardino, Mariano e Girolamo Diotallevi (1631-1666) e di Pietro Martinelli (1666-1704). Annali e documenti, Viterbo 1990; Il Settecento: Giulio De Giulij (1701-1713), Eredi De Giulij (1713-1788), Michele Benedetti (1705-1718), Domenico Poggiarelli (1748-1755), Giuseppe Poggiarelli (1755-1784), Fratelli Poggiarelli (1784-1828), Domenico Antonio Zenti (1761-1794), Viterbo 1997. Tra gli altri studi  ecco Le epigrafi medievali di Viterbo, Viterbo 1986;  poi la storia della Provincia di Viterbo, insieme a Bruno Barbini (Viterbo e la Tuscia: dall’istituzione della provincia al decentramento regionale (1927-1970), Viterbo 1988) e l’attenzione dedicata alle chiese e alla vita religiosa dei viterbesi (Gli ex voto del santuario della Madonna della Quercia di Viterbo: immagini e testimonianze di fede, con Gianfranco Ciprini, Viterbo 1992; Chiese di Viterbo, Viterbo 1995). Nel 2011 un volume ha voluto onorare il suo lavoro di bibliotecario e di studioso (Studi in onore di Attilio Carosi, Viterbo, Settecittà, 2011.

BIBL. – G.B. Sguario, Il mio Maestro Attilio Carosi, in “Biblioteca e Società”, vol. LIX, vol. 1-2 (2008), p. 4.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]