Ghinucci, Tommaso – Architetto, esperto di idraulica (Siena, 1496 [?] – Bagnaia, ante 21 ago. 1587).

L’unico Tommaso Ghinucci battezzato a Siena tra il 1480 e il 1540 è Tommaso di Bartolomeo di Mariano Ghinucci, nato nel 1496 da una ricca famiglia senese. Nel 1515 presenziò come testimone al dettato testamentario di Pietro Ridolfi; nel 1528 ricevette come chierico il beneficio della chiesa di S. Andrea in Vico di Val d’Elsa, dal cardinale Niccolò Ridolfi, figlio di Pietro e suo primo importante protettore. In seguito, ottenne il beneficio della chiesa di Ripoli (1546), fu rettore della parrocchiale di S. Bartolomeo in Palazzolo e governatore dell’ospedale di S. Nicolò di Poggibonsi. Nei documenti riguardanti la famiglia Ridolfi il G. compare ripetutamente in qualità di luogotenente, camerlengo e architetto del cardinale.

La sua attività si svolse prevalentemente nel Lazio tra Bagnaia, Tivoli e Roma; la sua presenza nella regione è documentata per la prima volta a Bagnaia nel 1538 dove giunse in qualità di familiare del cardinale, allora vescovo di Tivoli, per il quale seguì i lavori di trasformazione dell’antica rocca duecentesca del paese in palazzo vescovile con la costruzione della Loggia (1542-1549); curò la rea­lizzazione in corso del rettifilo che da Bagnaia conduce al santuario della Madonna della Quercia e, nel 1542, la costruzione dell’ospedale esterno al borgo. Sempre per il Ridolfi, potrebbe aver progettato la loggia di S. Agata dei Goti a Roma (1535-1536). Il suo nome compare diverse volte anche nelle lettere scritte da Donato Giannotti a Lorenzo Ridolfi per il quale elaborò alcuni progetti per il rinnovo del cor­tile del palazzo fiorentino (1542). Dal 1543 al 1545 soggiornò a Vicenza per progettare parte del palaz­zo vescovile.

Dal 1550, dopo la morte di Niccolò Ridolfi, al 1559, fu al servizio di Ippolito d’Este come supervisore delle opere idrauliche necessarie per portare l’acqua al giardino del Quirinale. Nel 1553 ricevette dal Comune di Bagnaia l’incarico di progettare il nuovo acquedotto dell’Acquazita, destinato ad alimentare la fontana fuori porta, terminato nel 1555. Nel 1567 presentò, su richiesta del consiglio comunale, due progetti aventi lo scopo di regolare lo sviluppo urbano del paese oltre le mura antiche, colmando lo spazio tra il «barco» e il castello, la cosiddetta «Bagnaia di fuori». Nel 1563 fornì al Comune di Viterbo un disegno per la fontana di piazza della Rocca, la cui paternità è stata a lungo discussa dagli studiosi che non concordano sulla sua attribuzione: assegnata prima al Vignola poi a Giovanni Malanca, Vincenzo Frittelli la considera opera del Ghinucci. La fontana attuale è una ricostruzione dell’originale, distrutta nei bombardamenti della seconda guerra mondiale, realizzata utilizzando i pezzi originali scampati alla distruzione.

Nel 1564 risulta essere al servizio del cardinal D’Este, quale responsabile delle opere idrauliche della famosa villa di Tivoli e nel 1565 per altri lavori nella villa di Monte Cavallo. Dallo stesso cardinale ottenne la nomina di canonico della chiesa di S. Stefano a Viterbo. Nel 1574 il nuovo vescovo di Viter­bo, il cardinal Gambara, convalidò i privilegi concessi dal suo predecessore cardinal Del Monte, fa­cendolo partecipe dei lavori promossi per la trasformazione in villa del vecchio «barco» di Bagnaia, con l’incarico di occuparsi della sistemazione del giardino e dei giochi d’acqua (1574-1582).

BIBL. – Frittelli 1980; Campbell Byatt 1981, pp. 5, 8, Appendice 1; Torselli 1983, p. 198; Fagliari Zeni Buchicchio 1989b, p. 191 n. 172; Adorni 1990; Fagliari Zeni Buchicchio 1990; Frittelli 1990a; Frittelli 1990b, p. 162; Lazzaro 1990, pp. 246-248, 269, 320, nn. 26-28, 30-32; Fagliari Zeni Buchicchio in DBI, 53, pp. 781-783 (con bibl. completa e aggiornata); Barth 2001, pp. 43, 45 e 47; Grisari – Monachesi 2001, p. 194; Alessi 2002, p. 21.

[Scheda di Stefania Ricciutelli – Ansl]
F. Bussi, Istoria della città di Viterbo, Roma 1742