Guglielmotti, Alberto, o.p. – Religioso, storico (Civitavecchia, 3 feb. 1812 – Roma, 31 ott. 1892).

Nato da Lorenzo e da Reginalda Pallini, venne battezzato con il nome di Francesco; trascorse l’infanzia nella città natale in cui era ancora viva la memoria della Marina pontificia. Sia l’ambiente che la professione del padre, ufficiale di marina, saranno determinanti nell’orientare gli interessi del futuro studioso. All’età di quindici anni nel 1827 entrò come novizio nel convento romano dei Domenicani di S. Sabina assumendo il nome di Alberto in onore di sant’Alberto Magno. Pronunciò i voti nel 1828 e proseguì gli studi di filosofia e di teologia a S. Maria sopra Minerva. Nel 1832 fu ordinato sacerdote e nel 1837 si laureò in teologia e filosofia ottenendo l’incarico di insegnamento di scienze fisiche e naturali nel Collegio di S. Tommaso. Qui realizzò un gabinetto scientifico costruendo di propria mano alcuni strumenti di precisione.

La sua fama di insegnante e studioso travalicò le mura del collegio: lo chiamarono a dirigere i lavori per la sistemazione del parafulmine sulla Torre delle Milizie. Intanto crescevano gli incarichi nell’Ordine: sacrista, maestro di teologia, bibliotecario della Casanatense, sindaco (amministratore) e poi superiore del collegio della Minerva, teologo casanatense (incarico affidato solo a sei esponenti dell’Ordine), infine fu eletto provinciale dei Domenicani, carica che ricoprì dal 1860 al 1862. D’ora in avanti, senza trascurare i doveri religiosi, si dedicò in particolare agli studi di storia navale e di filologia (che aveva sempre coltivato come dimostra la pubblicazione della Storia della Marina militare pontificia dal secolo VIII al XIX

[Roma, Bertinelli, 1854] che egli stesso ritirò dalla circolazione perché conscio di dover dedicare all’argomento ulteriori studi). Intensificò quindi le ricerche avviando una copiosa corrispondenza epistolare con archivisti e bibliotecari italiani e stranieri, ufficiali di marina, filologi e storici. Allargò gli interessi anche ai mezzi di difesa del litorale pontificio.

Con la pubblicazione di Marc Antonio Colonna alla battaglia di Lepanto (Firenze, Le Monnier, 1862) venne riconosciuto come il padre della storia navale italiana. L’opera ebbe grande successo editoriale (15 ristampe) come pure le opere successive dedicate al completamento della storia della marina da guerra pontificia, uscite nell’arco di un ventennio. Non soddisfatto della sola documentazione affrontò due viaggi per rafforzare le sue ricerche: uno verso Levante (Dalmazia, Grecia, Turchia, Palestina, Egitto e Malta), l’altro verso i paesi del centro Europa (Austria, Germania, Belgio, Gran Bretagna e Francia). Tra il 1886 e il 1893 la Tipografia Vaticana, su richiesta di Leone XIII, stampò una nuova edizione della Storia della Marina pontificia in dieci volumi con atlante. Altra opera monumentale del G., alla quale dedicò quarant’anni di studi e ricerche, è il Vocabolario marino e militare che uscì a Roma, per i tipi di C. Voghera, nel 1889 grazie all’intervento di Umberto I che sottoscrisse personalmente 200 copie e ne fece sottoscrivere altre 150 al Ministero della Marina. A quest’opera continuò a lavorare per la preparazione degli aggiornamenti fino alla morte.

BIBL. – De Paolis 1982a, pp. 363-382; Toti 2003, pp. 119-123; Piero Crociani in DBI, 61, pp. 50-53 (con rif. alle fonti d’archivio, bibl. aggiornata ed elenco delle opere).

[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri]