Lorenzo da Viterbo – Pittore (Viterbo, 1437 [?] – 1472 [?]).

Probabilmente si tratta della maggiore personalità artistica del primo Rinascimento lazia­le insieme ad Antoniazzo Romano, anche se non è agevolmente inquadrabile dal punto di vista bio­grafico. Se, infatti, la letteratura critica riguardo le sue due uniche opere firmate, gli affreschi della cappella Mazzatosta in S. Maria della Verità a Vi­terbo (1469) e la tavola con la Vergine e santi di S. Maria Maggiore a Cerveteri (1472) è abbondante e aggiornata, i dati sulla vita dell’artista sono estre­mamente limitati. Si fa risalire la sua nascita al 1444, prendendo spunto dall’iscrizione presente sotto la scena dello Sposalìzio della Vergine della cappella Mazzatosta, dove si legge che l’opera fu compiuta dal pittore non ancora venticinquenne. Pinelli, tuttavia, ha ipotizzato che il condidit dell’iscrizione debba riferirsi piuttosto al committen­te Nardo Mazzatosta che all’artista; con Faldi, quin­di, si può anche far arretrare la data di nascita al 1437, in base alla lettura di un documento d’archi­vio del 1462, che attesta la presenza di un «magi­ster» Lorenzo a Roma, anche se non ci sono prove certe dell’identità di questo maestro con l’autore della cappella Mazzatosta.

La data di morte è inve­ce proposta da Zeri, che interpreta in tal modo la croce presente davanti al nome dell’artista nella pala di Cerveteri (datata e sottoscritta «Laurentius Iacopi de Viterbio 1472»), quando l’anno precedente Lorenzo è attestato a Viterbo in un documen­to datato a settembre. Niccolò della Tuccia, che pure nella sua cronaca aveva parlato ampliamente di «Maestro Lorenzo figliolo di Jacopo di Pietro Paulo di Viterbo abitante presso la porticella, la quale va alla chiesa della Trinità in piano di santo Faustino», non menziona nulla riguardo la morte dell’artista. Per la sua formazione si è fatto riferi­mento agli affreschi che Benozzo Gozzoli eseguì nel 1453 nella chiesa di S. Rosa a Viterbo e alla possibile successiva influenza di Piero della Fran­cesca, che probabilmente incontrò a Roma nel 1459. Oltre che a Cerveteri e nella complessa de­corazione della cappella Mazzatosta, che deve aver impegnato L. e alcuni aiutanti, tra cui il Maestro del Trittico di Chia, per diverso tempo, la presenza di questo pittore è stata ipotizzata in alcuni affreschi votivi della chiesa di S. Biagio a Corchiano, centro in cui operò anche Antonio da Viterbo, dove avreb­be lavorato con alcuni suoi allievi, tra i quali il co­siddetto Maestro di Corchiano.

BIBL. – Faldi 1970, pp. 26-38, 164-167, 175-183, 186-193, 195, 197-201, 205, 209, 216; Bentivoglio Valtieri – Bentivoglio 1973; Strinati 1983; Pinelli 1984; Pinelli 1987; Maddalo 1991, pp. 47-48, 53-54, 56; Miglio 1991, pp. 18-19, 27, 38-­39, 42; Coliva 1994; Busich 1997; Lucia Casellato in DBI, 66, pp. 103-105.

[Scheda di Laura Pace Bonelli – Ansl;  Antonella Mazzon – Isime]