Mancini, Enrico – Partigiano (Ronciglione, 12 ott. 1896 – Roma, 12 mar. 1944)

Nato a Ronciglione il 12 ottobre 1896, fin da piccolo si era trasferito a Roma con la famiglia ed aveva abitato al Testaccio dove, fatte le scuole elementari, aveva cominciato ben presto a lavorare come garzone in una falegnameria ed era diventato un apprezzato ebanista. Richiamato sotto le armi aveva combattuto durante la Prima guerra mondiale ed era tornato con il grado di sergente maggiore e decorazioni al valor militare. Aveva aperto una sua falegnameria a Roma nella zona di Porta San Paolo. La sua opposizione al fascismo gli costò l’incendio del suo laboratorio e del negozio di mobili ma questo non lo fermò. Nel 1942 aveva aderito al Partito d’azione e dopo l’8 settembre 1943 assunse funzioni direttive nella Brigata Garibaldi, con aiuti economici ai perseguitati, aiuti ai militari sbandati, rifornimenti di armi e di materiali di propaganda ai gruppi della Resistenza. Arrestato dai fascisti il 7 marzo 1944, torturato  e poi rinchiuso a Regina Coeli, vi fu prelevato quando i tedeschi decisero di compiere la strage delle Fosse Ardeatine e qui fu ammazzato.

BIBL. – G. Fanti, L. Fanti, Storie dimenticate. Antifascismo, guerra e lotta partigiana nella provincia di Viterbo. Vol. I, Viterbo, 2020, p. 113.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]