Marescotti, Alfonso – Feudatario (1535- 25 mar. 1604)

Era l’unico figlio maschio del primo matrimonio di Ortensia Baglioni (quello con Sforza Marescotti morto nel 1538) ed era nato nel 1535. Era entrato nel governo di Vignanello (feudo assegnato alla sua famiglia da Paolo III nel 1537), tra il 1566 e il 1567 e continuerà a gestirlo fino al 1592; nel 1574 la madre Ortensia e lo stesso Alfonso avevano stipulato un atto di donazione al primogenito di questi – Marcantonio –  di tutto il patrimonio di famiglia (Vignanello, Parrano e altri castelli tra Viterbo e Orvieto). La donazione era avvenuta contemporaneamente alla stipula degli atti per il matrimonio di Marcantonio con Ottavia Orsini, figlia di Vicino Orsini e di Giulia Farnese, quindi cugina di Ortensia ed era giustificata perché Marcantonio potesse contrarre un matrimonio vantaggioso e potesse sopportare gli oneri che ne sarebbero derivati. Alfonso, che aveva sposato Giulia Baglioni nel 1566, quindi, continuò ad amministrare Vignanello per conto di Marcantonio.                               

Alfonso e Giulia furono gli artefici della trasformazione dell’antica rocca in palazzo coprendo i due cortili in corrispondenza delle entrate e avviando quei lavori nei terreni circostanti che preluderanno all’impianto definitivo del giardino. A sovraintendere probabilmente fu Jacopo Barozzi da Vignola, agrimensore del cardinale Alessandro Farnese, che fu scelto per eseguire le stime dei lavori. Un primo disegno per il nuovo palazzo potrebbe essere stato fornito dalla bottega di Antonio da Sangallo il Giovane ma non si esclude anche un intervento progettuale di Baldassarre Peruzzi.

Alfonso si era trovato già negli anni precedenti in contrasto con i suoi vassalli di Vignanello ma i processi più significativi avvennero a partire dal 1571. Gli abitanti di Vignanello accusavano Alfonso di non rispettare i patti che erano stati stipulati in passato e di opprimerli con vere e proprie estorsioni mentre Alfonso li accusava di tramare contro il loro signore. La conclusione del processo fu a favore di Alfonso che ne approfittò per appesantire ulteriormente le sue richieste a danno della Comunità. Nel 1577 un secondo procedimento questa volta contro Alfonso e Marcantonio si concluse ancora a favore dei Marescotti come pure una sentenza davanti al prefetto della Segnatura di giustizia, Alessandro Sforza, del 1580. Negli anni successivi i procedimenti si spostarono dal civile al criminale e le accuse dei vassalli produssero periodi di detenzione in carcere di Alfonso a partire dal 1586, che trovò l’apice nel 1592 quando una sentenza condannava a morte Alfonso e ordinava il sequestro di tutti i suoi beni e dei suoi feudi per aver concesso grazie a banditi e per le vessazioni dei suoi vassalli. Il 30 luglio di quell’anno Ottavia Orsini e i suoi figli abbandonavano Vignanello. Vi rientreranno nel gennaio 1596, quando per l’intervento dell’allora pontefice Clemente VIII, Marcantonio Marescotti, riebbe i suoi beni e all’inizio del 1606 anche la piena giurisdizione nel suo feudo di Vignanello. Alfonso era morto il 25 marzo 1604.

BIBL. – F. T. Fagliari Zeni Buchicchio, Giacinta Marescotti e la sua famiglia, in Santa Giacinta Marescotti. Atti delle giornate giacintiane, Viterbo, Palazzo papale, 25-26 maggio 2007, Viterbo 2008, pp. 33-42; M. C. Cola, I Ruspoli. L’ascesa di una famiglia a Roma e la creazione artistica tra Barocco e Neoclassico, Roma, 2018, passim; C. Iuozzo, Feudatari e vassalli a Vignanello. Un caso di lotta politica e giudiziaria nella seconda metà del Cinquecento, Viterbo, 2003, passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]