Marescotti Capizucchi, Francesco Maria – Feudatario (Roma, 6 feb. 1672 – Ivi, 12 lug. 1731)

Era figlio di Alessandro (che nel 1678 aveva aggiunto al suo cognome quello dei Capizucchi lasciatogli dal cugino Francesco) e di Anna Maria Corsini (che era morta mettendolo al mondo). Era nato a Roma il 10 febbraio 1672 ed aveva trascorso la sua giovinezza prima nel palazzo dei Capizucchi, in Piazza Campitelli, insieme alla sorella Ortensia (1671-1744) e a Vittoria, Marianna, Angelica, Mario e Sforza nati dal secondo matrimonio del padre con Prudenza Gabrielli. Nel 1687 era stato adottato dallo zio Francesco Marescotti che era già divenuto erede del patrimonio dei Ruspoli per la designazione fatta da Bartolomeo Ruspoli, suo zio in quanto fratello di sua madre Vittoria. E alla morte del padre, nel 1703, aveva accentrato nelle sue mani i patrimoni dei Marescotti (poi lasciato al fratellastro Sforza), dei Capizucchi (lasciato al fratellastro Mario) e dei Ruspoli.

Era cresciuto sotto le cure dello zio cardinale  Galeazzo Marescotti nel suo palazzo di Campo Marzio e si  era sposato il 7 luglio 1695 con Maria Isabella Cesi (1676-1753): erano andati ad abitare nel Palazzo Bonelli, a Piazza Santi Apostoli (in tempi recenti divenuto sede dell’amministrazione provinciale di Roma) dove avevano lavorato per ristrutturarlo e decorarlo sia Giovanni Battista Contini che  Vincenzo Corallo che prestarono la loro opera anche nelle proprietà Ruspoli di Vignanello e di Cerveteri. Il palazzo Bonelli divenne il centro della vita artistica e musicale della Roma negli anni del pontificato di Clemente XI Albani con il quale Francesco Maria fu molto legato partecipando non solo dei comuni interessi culturali del pontefice ma aiutandolo efficacemente nelle imprese militari nelle quali si trovò coinvolto. In questo quadro si collocano sia la donazione di un brigantino a due alberi che si unì alla flotta pontificia a Civitavecchia sia l’invio di un reggimento di fanteria, la “Reggimento Ruspoli” interamente finanziato dal nobile.

Con lo zio Galeazzo Marescotti aveva seguito la parte finale del processo che aveva portato alla beatificazione di Giacinta Marescotti nel 1726, venti giorni dopo la morte del cardinale. E le cerimonie che si erano svolte per l’occasione sia a Roma che a Viterbo e a Vignanello avevano consacrato una volta di più la posizione di potere che i Ruspoli-Marescotti avevano raggiunto nella Roma del primo Settecento.

Francesco Maria e Maria Isabella Cesi avevano avuto nove figli: due i maschi, Bartolomeo avviato alla carriera ecclesiastica e Alessandro, erede dei beni e del titolo di II° principe di Cerveteri.

Dopo l’acquisto fatto da Bartolomeo Ruspoli nel 1674 del territorio di Cerveteri, queste proprietà erano state fatte oggetto di interventi che avevano migliorato l’irrigazione e aumentato le rendite in grano. Furono costruiti nuovi granai come l’enorme “Granarone” progettato da Giovanni Battista Contini e rinnovato il sistema di adduzione dell’acqua lavorando sull’acquedotto di Cerveteri anche con la collaborazione di Carlo Marchionni, poi Prefetto della Congregazione delle acque. Cerveteri e i suoi boschi furono il teatro di famose e celebri cacce al cervo che venivano organizzate durante l’inverno. Una serie di interventi operati da Francesco Maria e dal figlio Alessandro riguardano le chiese del borgo (tra le quali Santa Maria Maggiore e poi San Michele Arcangelo).

Altri lavori importanti riguardarono il castello di Vignanello e l’intero borgo fino all’inaugurazione della nova via Ruspola di ingresso al paese e al castello. Prima di Francesco Maria erano stati il padre Alessandro e gli zii Francesco e Galeazzo ad avviare la trasformazione del borgo con la costruzione della fontana pubblica, l’apertura della monumentale porta di ingresso al borgo detta del Molesino, (dovuta all’architetto Mattia de Rossi) la decorazione di ben quattro altari nella chiesa della Madonna di Sutano alle porte di Vignanello ad opera di Francesco Corallo. Allo stesso Corallo Francesco Maria affidò il compito non solo di affrescare il castello ma anche quello del governo della casa e di quegli interventi che dovevano renderla luogo destinato ad ospitare personaggi importanti che Francesco Maria avrebbe condotto con se nelle sue brevi permanenze a Vignanello. Il Corallo, insieme con Giovanni Domenico Fabrizi, si occupò anche del rifacimento completo dei giardini del castello che furono uniti al maniero da un nuovo ponte, poi chiamato ponte della Marescotta. “Per la creazione del nuovo straordinario giardino, Francesco Maria si era ispirato all’arte dei giardini francesi allora in voga in Italia. Per la sua realizzazione egli si era rivolto al giardiniere di papa Albani che proprio in quegli anni aveva disegnato per Clemente XI i magnifici giardini “alla francese” (Cola, 321).

Tra i nuovi lavori fatti vi fu il rifacimento della Collegiata di Santa Maria della Presentazione che avrebbe preso il posto dell’antico edificio sorto nel XIII secolo. I lavori furono ultimati in tempo per la visita che papa Benedetto XIII Orsini fece a Vignanello nel novembre 1725 e che preludevano in qualche modo alla festa che si celebrò l’anno successivo per la beatificazione di Giacinta Marescotti.

Alla sua morte Francesco Maria volle che il suo corpo trovasse riposo nella chiesa da lui fatta costruire a Vignanello.

Altri lavori infine Francesco Maria aveva voluto nel suo feudo di Riano, acquisito nel 1713. Anche qui operò Giovanni Battista Contini e i lavori riguardarono la decorazione della chiesa di Santa Maria della Concezione, completata poi dal figlio Alessandro che intervenne anche sulla chiesa di San Carlo al Procoio Vecchio.

BIBL. – M. C. Cola, I Ruspoli. L’ascesa di una famiglia a Roma e la creazione artistica tra Barocco e Neoclassico, Roma, 2018, passim e in particolare il Capitolo VIII, pp. 289-348;

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]