Pier Domenico da Viterbo – Orologiaio (Viterbo, sec. XV).

Figlio di Ceccarello muratore, svolse la sua attività in collaborazione con il fratel­lo Dionisio, anch’egli fabbro, nella seconda metà del sec. XV. Secondo quanto sostenuto da Giovan­ni di Iuzzo, cronista viterbese del tempo, i due avrebbero lasciato Viterbo nel 1477, ma in realtà ciò avvenne dieci anni prima. P. e Dionisio lavora­rono in diversi centri italiani, tra cui Firenze, Roma, Napoli.

Il 17 dic. 1471 P. aiutò il fratello a riparare l’orologio di Siena. Sempre nel 1471 i due lavora­rono insieme ai «fornimenti di ottone» per gli anti­fonari del duomo di Siena, e nel 1474 realizzarono una graticola che doveva servire come elemento di chiusura della libreria nella sacrestia. Nel 1475 ri­cevettero 5 fiorini e mezzo quale pagamento per «fornimenti» per 10 libri. In quel periodo avevano «buttiga et chasa de lo spedale riscontra a Tomma­so Pecci».

Nell’apr. 1481 i due fratelli erano a Ve­nezia e in qualità di «maistri del Rologio» presen­tarono al Consiglio della Serenissima un progetto meccanico relativo alla chiusa del fiume Brenta presso Stra. Il progetto, che doveva rendere più age­vole il passo alle barche, venne approvato il 2 apr. 1481. Prima del nov. 1500 P. vendette agli eredi Pietro e Sebastiano Bernardo il progetto relativo a Stra.

BIBL. – La Fontaine 1906.

[Scheda di Antonella Mazzon – Isime]