Pontati Paolo Pietro – Economista, agronomo (Canino, sec. XVII).

Questo autore è noto unicamen­te per la sua opera Tariffa economica et agricola (Viterbo, appresso Girolamo Diotallevi stampator publico, 1655), da lui stesso dedicata a Francesco Venturi di Orbetello in data «di Canino» il 15 dic. 1654. Si tratta di un libro importante per la cultura economica e agricola del tempo; come annuncia il lungo titolo, la Tariffa è presentata con li suoi trat­tati e «vi sono anco l’esigenze de’ crediti, differen­ze de’ pesi, e misure, che sono tra Roma e Siena, e li materiali delle fabriche». Infine vi si riporta «un modo facile per imparar d’abaco, & una tariffa di moltiplicationi, et altre cose utilissime». Se questa parte propriamente aritmetica trova un diretto pre­cedente nel Breve trattato d’abaco del napoletano Andrea Mezzacapo (Viterbo 1619), più originali sembrano le nozioni sulle misure, sui materiali, sul­l’economia agricola, che riflettono la vivacità pro­duttiva e commerciale del lungo benefico governo farnesiano del Ducato di Castro.

Può darsi che l’au­tore non fosse un semplice privato, ma lavorasse o avesse lavorato per pubbliche istituzioni; la pub­blicazione di questo manuale, pur essendo avvenu­ta di certo per sua iniziativa (come dimostra la de­dica a un benestante di famiglia originaria delle Marche ma da un secolo ben impiantata ad Orbe­tello, verosimilmente committente dell’autore per qualche consulenza tecnica), può aver avuto il con­senso o il sostegno delle autorità: lo suggeriscono sia la precisazione «stampator publico» (cioè del Comune di Viterbo) che il tipografo Diotallevi pose sul frontespizio, sia la riproduzione, sul verso del frontespizio stesso, della bolla di Paolo V sull’arte dell’agricoltura (9 ott. 1611); P. ne ebbe il testo da Zenobi Masotti, all’epoca titolare della Stamperia Camerale di Roma, con l’autorizzazione a ripro­durla. Del resto l’opera godette di notevole diffu­sione (è tuttora presente in molte biblioteche italia­ne, nonché a Cambridge) e rimase come testo di uti­le consultazione anche nel secolo seguente quando, essendo ormai divenuta rara, se ne fece una riedi­zione con aggiunte, distinta in due tirature. La pri­ma, uscita senza data ma nel 1751, fu stampata a Lucca per conto del libraio-editore viterbese Do­menico Antonio Zenti; la seconda reca la data del 1752 e uscì dalla medesima tipografia di Lucca ma per conto del libraio-editore romano Gregorio Roisecco. Il contenuto delle due tirature è identico; il frontespizio la presenta come «nuova impressione ricorretta, ed accresciuta del modo di misurare ter­re, vigne e muraglie secondo il costume dello Sta­to di Castro». Anche questa riedizione, contenendo gli aggiornamenti della normativa pontificia per la conduzione e l’amministrazione delle terre dell’ex ducato di Castro (in particolare sulle paghe ai la­voratori agricoli), conferma dunque l’impressione che il libro di P. sia sempre stato una pubblicazione di «pubblica utilità». Il capitolo sull’acquisto del pane presso i forni fu ancora riprodotto nell’anoni­mo opuscolo L’amico de’ poveri (Viterbo 1773).

BIBL. – Pietro Riccardi, Biblioteca matematica, voll. 2, Mo­dena, Società Tipografica Modenese, 1878-93, Aggiunte, V, col. 128; Carosi 1962, p. 123; Rhodes 1963, p. 139; Carosi 1990, p. 130; Carosi 1997a, pp. 28, 217.

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]