Pugini, Giuseppe – Bandito (Marta, 3 giu. 1853 – Bagnaia, 2 mag. 1890)

Tra il 1850 e il 1890 nella Tuscia operarono delinquenti dediti ad estorsioni, sequestri di persona, ferimenti ed omicidi che diedero corpo ad un brigantaggio minore (rispetto a quello dominato dalla figura di Domenico Tiburzi) e del quale qui si vuole ricostruire qualche dato biografico.

Giuseppe Pugini soprannominato il “Moretto” era figlio unico di Giacinto e Rosa Buttarini ed era nato a Marta in una famiglia di pescatori e lui stesso era stato pescatore. Tra il 1872 e il 1878 aveva collezionato 37 mesi di carcere per furti, percosse e ferimenti. Dopo il 1878 sembrava aver messo la testa a posto perché per quasi dieci anni non aveva avuto più a che fare con la giustizia. Nel 1887 aveva rubato due vacche ma se la cavò per la mancanza di testimoni attendibili. Il Pugini si convinse che un tale Rocco Patoia lo avesse accusato del furto del bestiame e giurò di vendicarsi. Alla prima occasione gli spaccò la testa con un’accetta e poi si buttò alla macchia. Dopo di che insieme a nuovi compagni tentò un ricatto ai danni di Giovanni Salvatori di Trevinano che invece informò i carabinieri mentre la nuova banda si dava a nuove rapine e estorsioni nel territorio tra Viterbo, Bagnoregio e Tuscania. Nell’inverno del 1889 probabilmente il Pugini fu l’autore dell’omicidio di un bandito che aveva fatto comunella con lui Leonardo Sinopoli, calabrese; questo spinse i gendarmi a serrare la caccia del pluriomicida che venne alla fine individuato il 2 maggio 1890 nei dintorni di Bagnoregio e, in un conflitto a fuoco, rimase ucciso.

BIBL. e FONTI – Archivio di Stato di Viterbo, Processi in Corte d’Assise, b. 22, 67, 133, 146. A. Mattei, Brigantaggio sommerso. Storia di doppiette senza leggenda, Roma 1981, passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]