Stefani,  Paolo – Sacerdote, educatore, (Caprarola 30 lug. 1886 – 16 dic. 1963).

Nacque a Caprarola il 30/07/1886 da Arcangelo e Teresa Mengarelli. Il 1 agosto fu battezzato nella Collegiata di San Michele Arcangelo dallo zio don Cesare, fratello del padre. Fu il primo di cinque figli. Dopo di lui vennero: Rosa (suora di clausura), Cristina (suora laica), Biagio e Giuseppe. Ebbe come precettori gli zii, don Cesare e don Mariano. Fu in questo contesto familiare che nacque la sua vocazione, che si consolidò e maturò dapprima nel seminario diocesano di Civita Castellana, successivamente nel Seminario Lateranense a Roma ed infine nella celebre Pontificia Università Gregoriana presso la quale conseguì il baccalaureato in Diritto Canonico e in Teologia e quello di Prolita in Teologia. In tale periodo la sua formazione religiosa fu fortemente caratterizzata dalla Rerum Novarum. Nel 1907 fondò la società sportiva “Vignola” che partecipò con successo anche a manifestazioni sportive organizzate a Viterbo da un altro grande sacerdote innovatore don Alceste Grandori. Fu ordinato sacerdote il 19/12/1909 e celebrò la sua prima messa nel Pontificio Seminario Romano. Tornò a Caprarola portando con sé un grande bagaglio di idee sociali che subito si scontrarono con un ambiente permeato di conservatorismo ostile ad ogni innovazione.

Nel 1912, alla morte dello zio don Cesare, arciprete parroco di Caprarola, il giovane sacerdote risultò vincitore del concorso per parroco ma la Dataria gli negò in maniera pretestuosa la nomina: troppo giovane, 27 anni, per una parrocchia come Caprarola.

Grande innovatore iniziò la sua attività sacerdotale a fianco dei giovani per i quali organizzava attività culturali, sociali e religiose con strumenti all’avanguardia come, sin dal 1916, un proiettore di diapositive per catechismo. Nel 1915 fondò la Congregazione Femminile Mariana allo scopo di confezionare gli indumenti per i militari. Successivamente partecipò al conflitto come cappellano militare. Nel 1919 “ebbe l’idea di una scuola dell’infanzia per i figli del popolo. Lo chiamarono Asilio e fu subito pieno di bambini”. Nei primi anni venti organizzò il Circolo Giovanile “San Luigi” e si preoccupò di organizzare attività di cultura, di religione e di solidarietà anche per le ragazze suscitando lo “sdegno” dei suoi “avversari religiosi”. Nello stesso periodo fu nominato Assistente Diocesano della Gioventù maschile di azione cattolica, Direttore della Congregazione mariana e Assistente del Circolo cattolico “Fede e Azione” di Caprarola. Nel 1922 organizzò un grande evento per il VII centenario della morte di Dante, al quale prese parte come oratore l’onorevole. Egilberto Martire.

Fu sostenitore del Partito Popolare per il quale si espose in prima persona sin dalla prima consultazione elettorale. Con l’avvento del fascismo iniziarono i suoi problemi che si protrassero fin quasi alla Seconda guerra mondiale e che gli procurarono un’accanita persecuzione politica. Nel 1924 gli furono revocati dal Vescovo tutti gli incarichi.  Fu organizzato un attentato nei suoi confronti che fortunatamente fallì ma che convinse il Vescovo, che nel frattempo era cambiato, a trasferirlo a Santa Marinella dal 1930 al 1935. Rientrò a Caprarola nel 1936 come Cappellano della chiesa di S. Maria della Consolazione e della Confraternita della SS. Trinità in Caprarola.

La sua attività nel campo sociale e culturale fu comunque intensa. Numerosi furono i Saggi di catechismo e cultura sociale che rappresentò al Cinema Italia di Caprarola che lui aveva fatto edificare sin dal 1928.

Al termine del Secondo conflitto mondiale, libero dai vincoli del regime, intensificò maggiormente la sua attività sacerdotale, culturale e sociale. Per le originali ed innovative forme di spettacolo che seppe organizzare ebbe molti riconoscimenti ufficiali. Nel 1949 organizzò un “saggio di cultura sociale e religiosa” e il successo che ottenne fu tale che finì sulle pagine dell’”Osservatore Romano” del 10/9/ 1949. Formò un’orchestra di strumenti a plettro molto affiatata e ottenne grandi risultati anche con la Schola Cantorum. Alla base della sua opera educativa, c’era la formazione cristiana che si svolgeva parallelamente a quella ricreativa e culturale. Egli sapeva penetrare nel cuore dei giovani: li sorreggeva, li guidava e la sua sensibilità di maestro dello spirito ne alimentava le forze morali in ogni episodio della vita. Tutte le attività di cui si fece promotore, stante le poche disponibilità dei ragazzi a cui erano rivolte, venivano finanziate direttamente da lui. A conferma di ciò in una lettera del 1952 al Vescovo ebbe a scrivere: “Tutti sono a conoscenza che la mia vita è stata esclusivamente assorbita dal ministero sacerdotale e che per l’esplicazione di questo compito ho tutto sacrificato compresa la mia intera proprietà, ricevuta in eredità dai miei cari genitori.”

Ancor prima che con il Concilio Vaticano II si introducesse l’uso della lingua italiana nella celebrazione della messa, don Paolo spiegava le letture in italiano. Ciò lo espose a richiami da parte dei suoi superiori in quanto la procedura non era esattamente ortodossa, ma lui convinto che fosse giusto proseguì senza indugio. Il citato Concilio, nel tempo, gli dette ragione. Il successo delle sue iniziative era legato soprattutto alla capacità di considerare importante ogni singolo componente della sua articolata “organizzazione religiosa”.

Nel 1959 celebrò il 50° anniversario di sacerdozio e nell’occasione ebbe a scrivere “È per me di grande conforto poter approfittare di questa mia fausta ricorrenza per domandare a tutti sincero perdono, se nell’applicazione del mio lungo ministero sacerdotale, non avessi sempre offerto l’attuazione di una condotta perfettamente esemplare.”

Nel 1960 il suo stato di salute si aggravò. Morì all’ospedale Fate Bene Fratelli di Roma il 16 dicembre 1963 assistito dal nipote padre Ugo Stefani, frate francescano.

Il 19 giugno 2019 il Comune di Caprarola, con una importante cerimonia, ha inaugurato il Teatro Comunale “Don Paolo Stefani” realizzato ristrutturando il “suo” vecchio il Cinema Italia.

BIBL. e FONTI – Archivio Curia Vescovile di Civita Castellana. Archivio ISACEM (Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI), Roma. Archivio Parrocchiale Caprarola. Archivio Don Paolo Stefani Caprarola. M. T. Crescini, Il prete scomodo. Don Paolo Stefani, Roma, 2021; B. Stefani, L’albero di Stefano, Itinerart-Libri, Viterbo 2021; L. Passini, B. Stefani, Teatro Comunale Don Paolo Stefani, Tipografia Grazini e Mecarini, Viterbo 2019.,

[Scheda di Biagio Stefani – Caprarola]