Tomassetti, Giuseppe – Topografo, storico (Roma, 4 apr. 1848 – ivi, 5 feb. 1911).

Nacque nel palazzo della Cancelleria Apostolica da Francesco e da Carolina Antonietti. Compiuti gli studi secondari nel Collegio Romano, frequentò contemporaneamente gli studi giuridici e la facoltà filologica. Tra il 1869 e il 1870 conseguì la laurea in diritto e un titolo speciale in lettere e archeologia. Entrato nell’insegnamento, continuò a studiare e cominciò a pubblicare nel «Bullettino di Corrispondenza Archeologica». Professò sempre apertamente la fede cattolica e la devozione al papato, quindi la preoccupazione sulla sorte della grandezza di Roma in occasione del mutamento di governo del 1870. Si dedicò alla compilazione del catalogo del Museo Vaticano e del catalogo del Museo Capitolino, alla statistica dei monumenti romani divisi per rioni; diresse scavi nelle tenute di Acqua Bulicante, Mazzano, Bocchignano, Tor Tre Ponti. Nel 1884 ebbe dall’Università di Roma l’incarico di insegnare Topografia della Campagna Romana nel Medioevo e due anni dopo Storia di Roma nel Medioevo, insegnamenti ai quali seguì anche quello di Epigrafia latina, poi mutato in Epigrafia romana. Partecipò attivamente alle riunioni delle società scientifiche (Pontificia Accademia Romana di Archeologia, Reale Accademia, Accademia degli Arcadi, Commissione archeologica comunale di Roma, Istituto archeologico germanico, Accademia di San Luca, Commissione araldica di Roma, Comitato comunale di storia e d’arte, Società Romana di Storia Patria, Società archeologica anglo-americana). Dal ministro della Pubblica Istruzione fu nominato ispettore onorario dei Monumenti e Scavi.

Consigliere comunale di Roma fra il 1901 e il 1904, fu molto impegnato nella difesa dei monumenti minacciati e nella conservazione della toponomastica urbana; inoltre fu impegnato nel riordinamento e nella conservazione a Roma di alcuni importanti archivi familiari, come quello Orsini, destinato a Londra, e quello dei principi Santacroce. La sua opera scientifica è avvalorata dall’aver intuito l’importanza della Campagna di Roma per lo sviluppo storico della città e dall’aver reso inscindibili l’archeologia classica e quella del Medioevo. Si tratta di principi che allora sollevarono non poche critiche e sospetti di dilettantismo. Egli si rese conto che i monumenti del Rinascimento erano spesso trasformazioni di antichi monumenti romani.

I suoi studi sul Medioevo spaziarono dall’araldica e dalla genealogia alla diplomatica, alla toponomastica, all’analisi prettamente archeologica dei monumenti. Non gli sfuggirono i fattori economici e sociali, come provano le pagine della sua Campagna Romana, nelle quali sono spiegate le cause della decadenza agricola nel mondo tardoromano, il conseguente formarsi del latifondo e lo spopolamento, l’istituzione delle domuscultae attraverso le quali i papi cercarono di porre rimedio alla decadenza economica. Per “campagna romana” Tomassetti intendeva non solo gli immediati dintorni della città, ma il territorio che formava l’antico dìstrictus urbis sottoposto al prefectus e che perciò comprendeva anche città storicamente importanti come Civita Castellana, Nepi, Sutri. La descrizione di carattere topografico contenuta nella sua principale opera è realizzata utilizzando come base la diramazione delle strade romane, delle quali l’autore seguiva il tracciato sino al punto dove terminava il dìstrictus. Non trascurò alcun periodo perché ciascuno era di preparazione al successivo.

Nell’opera si illustrano le antichissime città laziali, il propagarsi del cristianesimo nelle campagne, le incursioni barbariche, la diffusione della malaria dovuta alla distruzione degli acquedotti e delle opere di drenaggio, gli sforzi dei papi per contrastare lo spopolamento delle campagne, l’imperversare del feudalesimo, il sorgere dei nuovi comuni di origine agricola, le successive lotte fra comuni e Comune di Roma. Si parla anche degli usi agricoli e pastorizi della Campagna. La sua grande opera, iniziata nel 1878, edita in estratti dalla Società Romana di Storia Patria e poi pubblicata da Loescher a partire dal 1810, venne portata a termine a cura del figlio Francesco. Una più recente edizione, a cura di Luisa Chiumenti e Fernando Bilancia redatta sulla base degli appunti lasciati da Giuseppe e Francesco Tomassetti, è uscita a cura del Banco di Roma nel 1977. T. pubblicò inoltre alcune monografie su Lanuvio (1882), il Lago di Nemi (1895), Tuscolo (1897), Palestrina (1898), Amaseno (1899), Cave di Palestrina (1899), Anzio (19 [?]), Cerveteri (1906), Albano Laziale (1910).

BIBL. – Sercia 1911; Tracchi 1911; Stara Tedde 1948; Coste 1978.

[Scheda di Susanna Passigli – Msl]