Valentino e Ilario – Santi (sec. IV d. C.).
Martiri presso Viterbo, nel racconto agiografico che li riguarda, si afferma che Valentino era presbitero ed Ilario diacono e che furono uccisi durante la persecuzione di Diocleziano. Il loro culto è attestato dalla fine del sec. VIII: in un documento del 788, infatti, si parla della «cella s. Valentini in Silice», sita sull’antico percorso della via Cassia, in prossimità del Ponte Camillario poi chiamato Ponte S. Valentino, a 2 km da Viterbo. Nel IX secolo, secondo alcune interpretazioni, le reliquie furono trasferite a Farfa e di qui, nel 1303 (o 1304), ritornarono a Viterbo per essere sistemate nella cappella dedicata ai santi martiri. La lettura corrente vuole però che la traslazione avvenisse direttamente dal luogo dove erano stati sepolti e vicino al quale era stata edificata una chiesa intitolata a S. Valentino. Già nel Sinodo diocesano di Montalto del 1356 si cita nell’introduzione che i corpi dei santi Valentino ed Ilario riposano nelle chiese matrici di Viterbo e Tuscania e che a Viterbo si celebrava la festa della traslazione dei corpi dei due santi. E due pergamene dell’Archivio capitolare, del 1305 e del 1309, fanno riferimento alla cappella dei santi martiri come già esistente. La cappella fu rinnovata al tempo del cardinale Gambara e una nuova cappella fu fabbricata durante l’episcopato di Adriano Sermattei nel 1724. Nel 1862 il cardinale G. Bedini vescovo di Viterbo-Tuscania, fece realizzare un nuovo reliquiario per ospitare i frammenti dei crani che ora è in un’urna nell’altare a loro dedicato.
BIBL. – Martyr. Hieron., p. 586; Martyr. Rom., p. 492, n. 4; Lanzoni 1927, pp. 409, 534; Agostino Amore in Bibliotheca Sanctorum, XII, coll. 904-905; P. Lafontaine, Le traslazioni dei SS. Martiri Valentino e Ilario comprotettori della Città di Virterbo, Viterbo 1902; S. Del Ciuco, I Santi Valentino e Ilario Compatroni della Città di Viterbo, Viterbo 1993.
[Scheda di Andrea Maurizio Martolini – Insr, integrazione di Luciano Osbat – Cersal]