Viscontini  Antonio – Ecclesiastico (Acquapen­dente sec. XVI).

Appartenente all’illustre casata di Milano residente ad Acquapendente dal sec. XVI a seguito del trasferimento di Giacomo, che qui pre­se in moglie donna Camilla de la Ricca, trascorse gli anni giovanili nel convento di S. Agostino.

No­minato sottosacrista di Paolo III, conobbe a Roma il cardinale Giovanni di Lorena, che lo scelse come confessore personale e lo condusse in Francia; qui divenne abate di S. Martino di Lione in Piccardia ed elemosiniere della regina di Francia.

Nei fre­quenti soggiorni ad Acquapendente il V. operò atti­vamente per la cittadina, concedendo nel 1580 al Comune un’ingente somma perché facesse fronte ai danni economici provocati da una grave carestia, fornendo di dote le giovani meno abbienti e donan­do un calice d’oro con le scene della Passione, una patena e due ampolle d’argento alla chiesa di S. Agostino, dove nel 1588 fece eseguire alcuni affre­schi sulla vita del santo e altri interventi di restau­ro, attestati anche dalla presenza dello stemma a due bisce della casata su un lato del porticato.

Nel 1581 il V. commissionò all’architetto orvietano Ippolito Scalza e a Taurello Taurelli Salimbeni di Acqua­pendente la costruzione di un palazzo, che venne intrapresa già a partire dal 1582 sotto la supervisio­ne di Guido Piccionai (il quale avrebbe in seguito sposato Egidia, nipote del V.) e ultimata nel 1588; impossibilitato per la complessa situazione politica a fare ritorno in patria, egli non poté mai occupare la residenza, e rientrò ad Acquapendente solo dopo la morte, avvenuta nel febbr. 1591, per essere se­polto nella chiesa di S. Agostino davanti all’altare maggiore. Il palazzo di Acquapendente fu lasciato in eredità ai suoi nipoti Egidia e Guido.

Bibl. – Lise 1971, pp. 179-180; Chiovelli – Pioli 1982, pp. 29, 31; Costantini 1903, pp. 135-137,204; Guerrini 2004, pp. 114, 137-146.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus]