Salandri Maria Geltrude, o.p. (al secolo Francesca Eufrasia). – Venerabile (Roma 14 genn. 1690 – Valentano 22 marzo 1748).
Nata nel rione Ponte da Daniele, romano, e da Anna Pasqua Passaniti, di origine palermitana, entrambi molto religiosi, aveva cinque fratelli e una sorella, Maddalena, che morì nel monastero di S. Bernardino a Monte Magnanapoli, a Roma. Battezzata il 15 genn. nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni dei Fiorentini, le fu impartita una profonda educazione religiosa dalla nonna e dai sacerdoti dell’Oratorio di S. Filippo Neri; ricevette la prima comunione a 12 anni e scelse come guida spirituale santa Caterina da Siena.
Il padre, rimasto vedovo, si oppose alla possibilità di un suo ingresso in un convento di francescane di Tivoli; la S. entrò poi nel monastero domenicano di S. Caterina da Siena di Viterbo, vestendo l’abito nel 1711 e assumendo il nome di Maria Geltrude. Per tre volte ricevette il dono delle stimmate.
Nel 1731 si stabilì a Valentano, nella diocesi di Montefiascone, dove fondò un monastero dell’Ordine domenicano intitolato al SS. Rosario, coadiuvata da Anna Maria Starnini; contribuirono alla realizzazione la principessa Candida Rospigliosi, la principessa Albani e il conte Maidalchini. Nel 1743 la S. invitò per una serie di esercizi spirituali san Paolo della Croce, che consigliò e aiutò nell’organizzazione dei ritiri passionisti di Vetralla e Tuscania. Tra il 1745 e il 1747 si occupò della costruzione di un ospedale a Valentano. Per alcuni anni ricoprì la carica di priora del monastero da lei fondato, dove morì; fornita di doti profetiche e taumaturgiche, acquistò fama di santità dopo la sua morte. Un dettagliato necrologio era presente negli atti del capitolo generale dei Domenicani svoltosi a Bologna nel 1748.
Nel 1763 la causa di beatificazione fu introdotta presso la Congregazione dei Riti, dopo che tre processi informativi erano stati istruiti nelle diocesi di Montefiascone, Viterbo e Roma; il 10 febbr. 1884 Leone XIII decretò l’eroicità della sua virtù. Sono conservati alcuni suoi scritti, in particolare un commento al Padre Nostro, più di duecento lettere e un’autobiografia compilata a partire dal 1732.
Una sua vita fu pubblicata nel 1774 a opera dell’ex gesuita catanese Antonio Maria Coltraro, che nel 1783 scrisse anche quella della Stamini, con il proposito di avviare un analogo processo di canonizzazione, di cui non si ha alcuna notizia. Il Coltraro fu uno dei personaggi principali del processo istruito sulla controversa vicenda delle profetesse di Valentano che ebbe luogo a partire dal maggio 1774, e che vide come protagoniste la contadina Bernardina Renzi e la religiosa domenicana Maria Teresa Poli, accusate di simulata santità; tra le imputate figurava anche suor Maria Angelica dello Spirito Santo, priora del convento del SS. Rosario di Valentano, sorella di due ecclesiastici romani, monsignor Filippo e don Antonio Durani.
Nel febbraio del 1747 si ammalò e, dopo un mese di sofferenze, morì nel monastero da lei creato il 22 marso 1748.
BIBL. – Coltraro 1774; Coltraro 1783; Beatificationis 1875-80; Vittori 1885; MOFPH, XIV, p. 172; Zoffoli 1963-68, I, p. 1576; Enrico Zoffoli, Paolo della Croce, in Bibliotheca Sanctorum, X, coll. 231-257; Innocenzo Venchi in Bibliotheca Sanctorum, XI, coll. 231-257, XI, coll. 574-575; Caffiero 1991, pp. 497-500; Caffiero 2000, pp. 155-156; Vita della venerabile suor Maria Geltrude Salandri romana Rekligiosa dell’Ordine di S. Domenico nel Monastero di S. Caterina in Viterbo, Roma, Tipografia B. Morini, 1885; Archivio dell’antica Diocesi di Montefiascone, Serie “Processi di beatificazione e canonizzazione”, Sr. Maria Geltrude Salandri, voll. 3.