Romiti, Domenico – Sacerdote (Veiano, 1849 – Viterbo, 9 mar. 1906)

Era nato nel 1849 a Veiano (Diocesi di Viterbo) figlio di Lodovico e di Caterina Neri;  è stato il primo cappellano del carcere di S. Maria in Gradi dopo che il convento domenicano era stato trasformato in luogo di pena. Era stato in precedenza canonico della Collegiata di S. Sisto, poi fu canonico della Cattedrale di Viterbo dal 1893. Era stato confessore del Monastero del Buon Pastore a Viterbo. Come cappellano del carcere sembra che sia stato ben accetto sia dai superiori che dagli stessi carcerati. Durante la sua permanenza a S. Maria in Gradi furono celebrati a Viterbo alcuni processi di grande richiamo come quelli che riguardarono i capi del brigantaggio nella Tuscia. Il ruolo del cappellano, secondo l’antico regolamento penitenziario, era quello di essere un collaboratore del Direttore del carcere per una serie di funzioni di valutazione e di controllo dei detenuti: questo rendeva molto problematica la sua missione sacerdotale perché era visto con sospetto dai carcerati.

Don Romiti soffriva di cuore e nella notte del 9 marzo 1906 fu colpito da una sincope e morì. La celebrazione funebre si svolse in Cattedrale a Viterbo e l’elogio di don Romiti fu detto da don Domenico Magalli.

Bibl.: A. Cento, I Cappellani del carcere di Viterbo (1885-2005), Vitorchiano 2006, p.  57; https://antenati.cultura.gov.it/ark:/12657/an_ua957271/Lm63lEB.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]