Antonio da Viterbo – Pittore (Viterbo sec. XV).

Poche e contraddittorie sono le notizie biografiche su di lui, per molto tempo confuso con Antonio del Massaro detto il Pastura, artista di una generazione più giovane. È pervenuta soltanto una sua opera firmata e datata, il Trittico del Redentore nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Capena, risalente al 1451. 

Le altre opere a lui attribuite dalla critica si trovano in varie zone del Lazio, a partire da Roma (affreschi nel battistero di S. Paolo fuori le mura, affreschi provenienti da S. Francesca Romana), fino alla Madonna col Bambino, della chiesa di S. Biagio a Palombara Sabina. Nella Tuscia vanno ricordati gli affreschi di S. Biagio a Corchiano, databili secondo Faldi tra il 1475 e il 1480, ultima opera a lui attribuibile. Emerge da questi dati la personalità di un artista itinerante, di formazione romana, influenzata dai maestri del gotico internazionale, linguaggio a cui rimane fedele anche nell’ultimo quarto del secolo, quando, anche a Roma, si va affermando il gusto rinascimentale.

Al di là di queste caratteristiche tipiche del tardo gotico del Lazio si evidenziano anche degli elementi che sono tipici per lo stile personale di Antonio da Viterbo. Cioè le sue figure sono particolarmente scarne con mani e dita lunghissime, le guance sono scavate sotto gli zigomi e ogni oggetto dipinto tende a salire nella verticale.

Bibl.: M.G. Bonelli, voce Antonio da Viterbo in Dizionario storico biografico del Lazio, Vol. I, Roma 2009;  I. Faldi, Pittori viterbesi di cinque secoli, Roma 1970, pp. 16-19.

[Scheda di Simona Gilda Pannuti – Cersal]