Scacchi Marco – Compositore (Gallese, ca. 1602 – ivi, 7 set. 1662).

Fu allievo, come suo fratello Pellegrino, di Giovanni Francesco Anerio. Questo rapporto di discepolato, attestato dallo stesso S. nella prefazione del suo Cribrum musicum, dovrebbe essersi svolto nella casa romana di Anerio, a Monte Giordano, dove il fratello Pellegrino abitò per almeno tre anni (1614-1616). All’epoca Anerio era Maestro di cappella della Madonna dei Monti, dove pure S. può essersi formato. Ma la provenienza da Gallese e la qualità di violinista con cui andrà in se­guito in Polonia lasciano supporre altre esperienze: duca di Gallese era Giovanni Angelo Altemps, gran promotore di attività musicali nel suo palazzo, alle quali è credibile che i due S. abbiano partecipato. Quanto al violino, non è facile individuare un insegnante; forse S. studiò con Paolo Biscaro, chierico e musico «eccellente» di violino del Seminario Romano dal 1613 al 1623; il rapporto può essere nato tramite Anerio, che del Seminario era stato maestro al tempo dell’ammissione di Biscaro.

Dal 1621 S. si recò come violinista a Varsavia, entrando al servizio del principe Ladislao (Wladyslaw), figlio del re Sigismondo III Vasa. Il principe amava la musica e sono noti i concerti e gli spettacoli offertigli durante il suo soggiorno in Italia nel 1624-1626. Forse S. ebbe una parte nella chiamata di Anerio a Cracovia, alla corte di Sigismondo III, nel 1624. Morto re Sigismondo (29 apr. 1632), Ladislao, del quale S. era divenuto Maestro di cappella, pose la sua candidatura alla successione e fu eletto re dalla Dieta (13 nov.), nominando S. dapprima compositore di corte (1636) e due anni dopo Maestro della cappella reale. In quell’incarico rimase per più di venti anni. Morto re Ladislao (19 maggio 1648), S. rimase pochi altri mesi alla corte di Polonia, dalla quale chiese congedo.

Nel corso del 1649 tornò a Gallese, dove visse in tranquillità; in quest’ultima parte della sua attività ebbe altri allievi, tra cui l’importante teorico e compositore Angelo Berardi. Come ricorda quest’ultimo, S., «celebre virtuoso», si ritirò a Gallese «nido antico de’ suoi antenati […] per godere quella quiete, e pace, che non si può rintracciare così facilmente fra i rumori delle Corti, e fra l’occupationi, et affari de gravi impieghi». Più che come compositore, si era acquistato fama come critico e trattatista; come tale, fu al centro di una polemica tra Kaspar Förster, che era stato suo allievo, e Paul Siefert (1643), difendendo il primo e criticando il secondo, nelle cui composizioni avrebbe trovato degli errori, e a tale scopo scrivendo nel 1643 il Cribrum musicum ad triticum Syferticum. Siefert gli rispose con l’Anticribatio musica ad avellani Scacchianam (1645). Anche Romano Micheli partecipò alla polemica, difendendo S., ma questo intervento di un superato propositore di sterili giochi canonici non fu gradito da S., che nel Breve discorso del 1649 ne prese le distanze. La disputa coinvolse altri compositori, tra cui Johann Stobaeus, Beniamin Ducius e Heinrich Schütz, che lodò Scacchi paragonandolo al proprio maestro, Giovanni Gabrieli. Convinto che ogni genere di musica richiedesse un diverso stile, S. ne propose una teoria classificatoria che circolò a lungo (soprattutto in Germania e Polonia ma anche in Italia tramite l’allievo Berardi) e fu riecheggiata nei trattati fino ai primi decenni del Settecento.

Opere — Della musica di S. buona parte è perduta. A stampa resta il Missarum quatuor vocibus liber primus (Romae, typis Io: Baptistae Robletti, 1633), pubblicato a Roma «cum privilegio Summi Pontificis». Di un libro di madrigali (Madrigali a cinque, concertati da cantarsi su gli stromenti, Venetia, appresso Bartolomeo Magni, 1634), solo parzialmente conservato nell’edizione originale, si conserva l’intero contenuto in alcuni contrafacta in tedesco; la raccolta, dedicata da S. all’imperatore Ferdinando II, pone in musica versi di Battista Guarini e altri poeti e mostra l’influenza del IV e V libro di madrigali di Monteverdi. Oltre a qualche brano edito nelle proprie opere teoriche o in antologie dell’epoca, restano manoscritte diverse composizioni sacre in biblioteche polacche, tede­sche, lituane e svedesi; tra esse la Missa omnium tonorum, a tre cori vocali più coro strumentale, composta per l’incoronazione del nuovo re polacco Casimiro V (17 gen. 1649), raro esempio di uso di più toni in una composizione dell’epoca. — Scritti teorici e critici: Cribrum musicum ad triticum Syferticum (Venetiis, apud Alexandrum Vincentium, 1643); Lettera per maggiore informazione a chi leggerà il mio Cribrum (l’ed. originale di Venezia, 1644, è perduta; restano copie mss.; la lettera è datata «Varsavia li 29 ago. 1644 nella Stamparia Reggia»); Iudicium Cribri musici (l’ed. originale [Varsaviae, in officina Petri Elert s. r. m. typographi, s.a. ma 1649] è perduta; resta una copia ms. a Bologna; l’opera comprende una serie di lettere inviate dal 1646 al gen. 1649 a S. da musicisti tedeschi e polacchi sulla polemica suscitata dal Cribrum musicum), Breve discorso sopra la musica moderna (Varsavia, per Pietro Elert stamp. di sua maestà, 1649).

BIBL. –  Berardi 1687, prefazione; Pitoni, p. 277; Gaspari, I, p. 254; Nuovo Vogel, n. 2570; Szweykowski 1977; Simi Bonini 1992, p. 38; Palisca 1994, pp. 88-145; Claude V. Palisca – Zygmunt M. Szweykowski in New Grove, 22, pp. 363-365; Franchi 2006, pp. 698-699, 840, 862; Aleksandra Patalas in MGG, 14, coll. 1058-1061 (con altra bibl.).

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus; riduzione di Luciano Osbat – Cersal]