Altanesi Giovanni Francesco (Gianfrancesco) – Letterato (Orte 12 mar. 1750 – nov. 1783).
Rimasto orfano ancora fanciullo e mostrando una certa inclinazione allo studio delle lettere, il 10 apr. 1766, grazie all’interessamento di uno zio, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù. Aveva appena iniziato a insegnare grammatica ad Arezzo e a dare prove di perizia poetica che la Compagnia venne soppressa (1773). Trasferitosi a Roma, venne accolto fra gli Arcadi con il nome pastorale di Eonide Termopilano (1774) e assunto in qualità di segretario dal prelato V. Ranuzzi.
Avendo rinunciato, per ragioni di salute, a seguire il suo protettore nella sede della nunziatura apostolica a Lisbona, si diede all’improvvisazione poetica: trasferitosi a Venezia intorno al 1780, trovò nei salotti cittadini l’ambiente più adatto in cui poter esprimere le proprie qualità, ottenendo in breve una considerevole fama, improvvisando e talvolta cantando con grazia i suoi versi. Morì poco più che trentenne.
Oltre a una raccolta di Rime a carattere estemporaneo, pubblicate postume a cura dell’abate R. Pastore, compose alcuni versi occasionali (fra i quali un bel sonetto dedicato a Pio VI, In lode delle Belle Arti, Roma, 1775), alcuni sonetti filosofeggianti e 27 ottave apparse nell’opuscolo Stanze pel solenne ingresso di S.E. cavaliere Pietro Mocenigo alla dignità di Procuratore di S. Marco, pubblicato a Venezia nel 1780. L’A. fu anche autore di una biografia encomiastica del Metastasio dal titolo Vita, o sia storia del signor abate Pietro Metastasio poeta cesareo, apparsa nel volume Vita, e opere postume dell’ab. Pietro Metastasio pubblicato a Venezia nel 1784 da Antonio Zatta.
Particolare rilievo, nella produzione letteraria dell’ A., assume la sua attività di novelliere di chiaro impianto etico-pedagogico con finalità parenetiche, quale emerge nelle 13 novelle presentate per il concorso indetto nel 1777 dalla Società Patriottica Milanese, che aveva posto in palio un premio di 100 zecchini (filantropicamente offerti dal conte bresciano Carlo Bettoni) per chi avesse composto le migliori novelle vere o verisimili, rivolte all’educazione dei giovani, in perfetta lingua italiana. Insofferente di attendere il giudizio (per quell’anno, infatti, il premio non venne assegnato e il bando ritirato), pubblicò le sue novelle, unitamente alle 12 composte dal marchese Francesco Albergati Capacelli, nel volume dal titolo Novelle venticinque composte al marchese Francesco Albergati Capacelli e dall’abate Gianfrancesco Altanesi, pubblicato a Venezia da Gaspare Storti nel 1779 e, in seconda edizione, nel 1789; la raccolta ebbe anche una terza edizione pubblicata, sempre a Venezia, nel 1802 per i tipi di Gaetano Martini. Con il titolo Novelle morali di Francesco Albergati Capacelli e di Gianfrancesco Altanesi. Edizione nuova e corretta per uso de’ principianti studiosi della lingua italiana, l’opera venne pubblicata a Parigi, nel 1804, da Claudio Molini.
BIBL. – Passano 1878; Casati 1925; Codignola 1939; Giorgio E. Ferrari in DBI, 2, pp. 538-539.
[Scheda di Antonio Grimaldi- Ibimus]