Aluffi Giuseppe – Vescovo (Rieti, mag. 1708 – ivi, 1795)

Nobile di Foligno e patrizio reatino, ab­bracciò la carriera ecclesiastica e fu ordinato sacer­dote il 20 apr. 1737; conseguì il dottorato in utroque iure alla Sapienza di Roma il 2 maggio 1764. L’ 11 maggio successivo ricevette da Clemente XIII la no­mina di vescovo di Bagnoregio e il 20 fu consacrato a Roma dal Cardinal Rossi.

Arrivò in Diocesi in uno degli anni terribili che caratterizzarono la storia della Città nella seconda parte del XVIII secolo: nel 1764, oltre il terremoto che provocò nuovi danni a Civita e anche a Rota (quella che oggi è Bagnoregio), si sentirono le conseguenze delle piogge dell’anno precedente e una carestia imperversò in tutto l’Alto Lazio. A Bagnoregio la Comunità proibì l’ingresso in città a chi fosse sprovvisto del pane per la sua alimentazione. Il Convento dei Minori conventuali crollò insieme con l’antica chiesa: l’anno successivo furono autorizzati ad avviare la costruzione di una nuova sede e una nuova chiesa a nord di Bagnoregio. Già nel 1765 l’A. dava l’avvio ad una serie di ben 11 visite pastorali a tutta la Diocesi tra il 1765 e il 1788 durante le quali non solo svolgeva il suo ruolo di pastore (verificando la corretta tenuta dei luoghi di culto e la regolare amministrazione di quei patrimoni)  ma esercitava la sua giurisdizione in materia civile e penale individuando spesso le mancanze che avevano caratterizzato la gestione dei benefici ecclesiastici e dei patrimoni affidati ai luoghi pii. Negli anni Ottanta accentò il suo controllo sui legati di messa segnalando numerosi casi nei quali gli obblighi di messa erano stati trascurati (molte messe non erano state celebrate come invece era dovuto) sollevando numerose critiche da parte dei beneficiati.

Tra il 1770 e il 1778  intervenne con importanti restau­ri e lavori nella chiesa cattedrale, amplian­do l’abside e costruendo la grande volta di coper­tura della navata centrale; alla conclusione dei la­vori dispose inoltre che la chiesa, intitolata ai Ss. Nicola e Donato fosse intitolata anche a S. Bona­ventura.

Nel 1779 in cattedrale, a ricordo di questi importanti interventi realizzati grazie alla maestria dell’architetto Clemente Orlandi, fu posta una lapide. Ma negli anni successivi fu necessario eseguire nuovi lavori per assicurare la tenuta della volta della navata centrale dove si erano verificate delle crepe, questa volta sotto la direzione dell’architetto Giuseppe Antolini di Viterbo.

Il 27 feb. 1789, in seguito a “dissapori in città e in diocesi”(Righi, p. 35) che avevano portato ad un’inchie­sta condotta dall’allora vescovo di Orvieto Paolo Francesco Antamori, l’A. si dimise dal governo di Bagnoregio e si ritirò nella città natale. I “dissapori” nessuno studioso di Bagnoregio ha voluto specificare in cosa consistessero. E’ certo che la goccia che fece traboccare il vaso fu il contrasto vivace che insorse tra il Vescovo e il Capitolo della cattedrale a proposito della gestione economica del Seminario e delle spese sopportate per il restauro della cattedrale che si chiedevano in parte allo stesso Capitolo. Ma è probabile che tutta l’attività di strenuo controllo che l’A. aveva svolto durante tutti quegli anni avesse sollevato contro di lui buona parte del clero e dell’opinione pubblica che si schierò dalla parte del Capitolo lasciando solo il Vescovo che a quel punto decise – anche su pressioni della Curia romana – di dimettersi.

L’A. mori a Rieti nel 1795. E se­polto nella chiesa di S. Antonio al Monte di quella città.

BIBL. e FONTI: Archivio dell’antica diocesi di Bagnoregio, Serie “Capitolo della Cattedrale”, Capitoli di Massa comune 1767-1810;  Serie “Visite pastorali”, Visite di mons. Aluffi.  Moroni, CI, pp. 310, 314; HC, VI, p. 114; Petrangeli Papini 1967, p. 84; Rendina 2004, p. 55; Petrangeli Papini 1972, pp. 132-134; E. Righi, La cattedrale di Bagnoregio, Montefiascone 1998.

[Schede di M. Giuseppina Cerri – Isri; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]