Anselmo – Santo (sec. VI)

Anselmo, vissuto nel VI, nacque secondo la tradizione a Bomarzo o nei suoi pressi (nella frazione di Mugnano?) da una famiglia facoltosa e profondamente religiosa. Alla morte dei genitori rinunciò alle sue ricchezze dedicandosi ad una vita di penitenza e di preghiera. Venuto meno il vescovo di Bomarzo, i canonici, riuniti nella Chiesa Maggiore, pregarono il Signore per essere illuminati sulla scelta del successore e durante la messa udirono una voce che indicava loro  Anselmo. Dal momento che era un laico, dovette ricevere gli ordini sacri. Dopodiché accettò, con spirito di cristiana obbedienza, il titolo di vescovo e signore di Bomarzo. In quegli anni era del tutto normale che il massimo esponente della Chiesa locale assumesse anche la più alta carica della magistratura civile. Le cronache raccontano che fu un vescovo umile, “vegliava pregando, mortificando il suo corpo, schivava le occasioni di conversare con le donne, era affabile nell’accogliere tutti, efficace nelle parole, esperto nell’esortare, severo nel punire. Egli fu uomo di grande perfezione: e perciò Iddio si degnò di compiere, per mezzo di lui, molte cose mirabili”. I suoi miracoli, reali o leggendari, sono stati tramandati, oralmente, dai racconti ormai entrati nella storia locale che hanno ispirato, attraverso i secoli, opere d’arte di natura religiosa (dipinti, affreschi, statue), ex voto, modi di vita, proverbi, usanze gastronomiche. Quando venne a sapere che Totila, il re degli Ostrogoti, stava avvicinandosi a Bomarzo per conquistarla e saccheggiarla, andò incontro all’invasore per scongiurarlo a recedere dall’insano proposito. Ci fu, poi, il miracolo delle ghiande, peraltro raffigurato in un affresco settecentesco ancora visibile nel duomo. Quando i Goti tornarono ad assediare Bomarzo, Anselmo affrontò di nuovo l’esercito nemico e, dopo aver tracciato il segno della croce, il cielo si oscurò e caddero pesanti bilie simili a ghiande di piombo che dispersero gli invasori. Prima di morire, il vescovo volle intorno a sé tutti i sacerdoti della diocesi e pregando con loro, esortandoli all’amore di Dio, spirò in pace. Era il 24 aprile di un anno imprecisato del VI secolo d.C. Il suo corpo fu trasportato nella chiesetta allora intitolata alla Madre di Dio, oggi di Santa Maria Assunta, dove lo seppellirono.

Durante la vita Anselmo fu molto caritatevole e usava donare un pane dolce ai poveri e ai pellegrini che transitavano da Bomarzo per raggiungere a Roma le tombe degli apostoli. Quel pane viene riproposto oggi nella tradizionale “Sagra del biscotto”, inclusa nei festeggiamenti del 24-25 aprile. Si tratta di una ciambella al profumo di anice su cui viene tracciato prima di infornare il segno della croce. Il corpo di sant’Anselmo è oggi custodito nel duomo di Santa Maria Assunta, in un’urna che viene esposta ai fedeli dal 23 aprile al 1° maggio.

Sant’Anselmo viene festeggiato a Bomarzo il 25 aprile con il “Palio” a lui dedicato e la sagra del “Biscotto”. La sera precedente ha luogo la processione, con una reliquia del santo, che ogni dieci anni si fa più solenne poiché viene trasportato lungo le vie del paese il suo corpo custodito dal 1647 sotto l’Altare maggiore nel duomo di Santa Maria Assunta. Precedentemente il patrono era sepolto nel pavimento davanti ad un altare secondario, detto di San Sebastiano. Fu il duca Ippolito Lante della Rovere (acquistò il feudo dagli Orsini nel 1645) ad ordinare la sua traslazione che avvenne il 16 giugno 1647 e che viene ricordata la terza domenica di giugno con particolari cerimonie

La processione del 24 aprile è preceduta dal reliquario (opera settecentesca in argento) con un frammento delle ossa. Un’altra processione si svolge la terza domenica di giugno in ricordo della traslazione del corpo  dall’altare di San Sebastiano all’Altare maggiore, presente il duca Lante della Rovere. Ogni dieci anni c’è poi l’usanza di portare in processione lungo le vie del paese anche l’urna del santo, sia il 24 aprile che il 1° maggio. Nel duomo dell’Assunta, oltre all’urna del santo e al dipinto che raffigura il miracolo delle ghiande, si trova una tela seicentesca con Sant’Anselmo in veste episcopale che reca in mano la città di Bomarzo, l’arcangelo Raffaele e l’Assunta in gloria. Da ammirare anche, nella stessa chiesa, un sarcofago romano in marmo dove il vescovo sarebbe stato originariamente sepolto. La statua che raffigura sant’Anselmo in veste episcopale e mitra, situata ai piedi dell’ultimo tratto di salita che conduce al castello e alla chiesa dell’Assunta, venne collocata nel Settecento.

Le sue ossa vennero ricomposte nel 1860 in un’urna che oggi si venera presso l’Altare maggiore nel duomo di Santa Maria Assunta.

BIBL. – D. Cenci,  S. Anselmo vescovo e confessore protettore di Bomarzo, Milano 1957; V. Ceniti Paesi e patroni della Tuscia, Viterbo 2008; F. Carboni, Beato Anselmo. Storia e tradizioni fino ai nostri giorni, Bomarzo 2007; M. Arduini, M.D. Leuzzi, M.G. Palmisciano, Tradizioni orali a Bomarzo, Viterbo 1983; R. Pernoud,  I santi nel Medioevo, Milano 1986; A. Vauchez, La santità nel Medioevo, Bologna 1989.

[Scheda di Vincenzo Ceniti]