Antonio da S. Miniato – Vescovo (Sec. XV).
Originario di San Miniato (secondo altri di S. Giminiano), era stato vicario della Basilica di San Pietro quando fu nominato vescovo di Bagnoregio da papa Innocenzo VIII il 21 maggio 1488. Dopo il 1490 è raramente presente in sede; lo troviamo citato infatti come Luogotenente della Chiesa di Orvieto dove risiede; con quei cittadini però si mette in contrasto e finisce per dover lasciare la Città. Dal 1492 fino alla sua morte è vicario del card. Zeno nella Basilica vaticana. Muore verso la fine di febbraio 1497.
Nel maggio 1491 era giunta a Bagnoregio la reliquia con il braccio di san Bonaventura, donato dal Generale dei Minori francescani al convento di San Clemente di Bagnoregio (e portato a Bagnoregio dall’arcivescovo di Vienna Angelo Catone); in effetti poi questa reliquia fu conservata nella cattedrale di Bagnoregio ed era portata nella chiesa dei Francescani solo in occasione della solenne processione che si svolgeva ogni anno. Un secolo più tardi alla reliquia del braccio si unì la cosiddetta “Bibbia di San Bonaventura”, un codice del XIII secolo con preziose miniature, che sarà spesso portato in processione e considerato anch’esso come una reliquia del Santo.
Nel marzo 1496 il vescovo A. riconsacrò la basilica di Farfa, restaurata a cura dell’abate Giovanni Orsini, poi cardinale. In quello stesso anno comincia, con il cardinale Bartolomeo Martini detto Segobriense dalla città di Segovia della quale era vescovo, la serie dei Governatori di Bagnoregio nominati direttamente dal pontefice. Da questo momento la presenza del Governatore (o dei suoi Luogotententi) finì per limitare fortemente l’autonomia del Comune anche se ne derivarono, per la Città, alcuni benefici economici.
BIBL. – HC, vol. II, p. 101; F. Macchioni, Storia di Bagnoregio dai tempi antichi al 1503, Viterbo, 1956, pp. 532-584; F. Petrangeli Papini, Bagnoregio. Cronologia storica, Viterbo 1972, p. 80-84.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]