Aquili, Antonio (detto Antoniazzo Romano) – Pittore (Roma, 1435/1444 – Roma, 1508/1512).
Nacque dal pittore Benedetto Aquili; con ogni probabilità ancora nel 1452 non aveva compiuto i 25 anni di età, infatti a quella data, in un documento della Camera Capitolina, è citato come «Antoniaccio di Benedetto», senza la designazione di magister. Esordì come pittore autonomo nel 1464, anno del contratto con il cardinal Bessarione, per la decorazione della cappella Bessarione ai SS. Apostoli a Roma, nel contratto è citato come magister. Ebbe due mogli, Paolina Vessecchia e Girolama Iannangeli, e numerosi figli, alcuni dei quali proseguirono l’attività patema. Nel 1470 fu camerlengo generale della Confraternita dei Raccomandati, nel 1478 fu nominato primo console dell’Università dei Pittori e Miniatori di Roma, e redasse gli Statuti dell’Università, già alla fine degli anni Ottanta occupava un posto di rilievo nell’ambiente artistico romano se fu nominato stimatore degli affreschi di Filippino Lippi in S. Maria Sopra Minerva.
Fu attivo come copista e restauratore di icone e fu uno dei maggiori interpreti del revival bizantino tipico della Roma di quegli anni; svolse un ruolo importante nell’ambito della corte pontificia eseguendo numerose opere per il pontefice e per importanti esponenti del clero e della nobiltà. Nelle sue opere sono riscontrabili le influenze più diverse: Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca, Domenico Ghirlandaio, di matrice benozzesca sono la Madonna del latte e un committente firmata «Antonius de Roma», e il San Francesco al Monte, anch’esso firmato, già nel convento francescano di S. Antonio del Monte a Rieti e oggi nel Museo Civico di Rieti, entrambi datati al 1464; pierfrancescana è la Madonna e i santi Francesco e Antonio da Padova nella chiesa di S. Francesco a Subiaco, datata al 1467; ricorda invece il Ghirlandaio il trittico della Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Paolo e il committente Onorato II Caetani, firmato «Antonius Romanus pinxit» e datato al 1475-1476, già nella chiesa di S. Pietro a Fondi. Tra il 1475 e il 1480, dipinse numerose immagini mariane su tavola tra le quali la Madonna con Bambino, già nel convento di S. Pio di Genazzano, con la quale introdusse nell’ambiente romano il motivo fiorentino della Madonna del Davanzale.
All’inizio degli anni Ottanta fu attivo in Vaticano al fianco di Melozzo da Forlì; l’influenza melozzesca è riscontrabile nella tavola con San Vincenzo, santa Caterina, sant’Antonio da Padova (oggi san Vincenzo, sant’Illuminata, san Nicola da Tolentino), datata al 1482 e destinata alla cappella del cardinale Giorgio Costa nella chiesa romana di S. Maria del Popolo, poi trasferita nel convento di S. Illuminata a Montefalco, oggi nel Museo del Convento di S. Sabina. A questo periodo risale anche il Sant’Antonio, già in S. Francesco al Monte, oggi nel Museo Civico di Rieti, e la Madonna con Bambino, oggi nel Museo Capitolare di Velletri, del 1486 è la Madonna con Bambino (copia dell’icona di S. Agostino a Roma), firmata e datata, per la cattedrale di S. Clemente a Velletri, oggi nel Museo Capitolare della stessa città. Tra il 1480 e il 1490 A. lavorò soprattutto a Roma, collaborò con il Perugino e Pier Matteo D’Amelia, e lavorò a stretto contatto con i pittori attivi nella Cappella Sistina. A partire dal 1487 riprese a lavorare soprattutto in provincia; è di questo anno la Madonna con Bambino e i santi Paolo e Francesco per la chiesa francescana di S. Paolo a Poggio Nativo, la tavola, firmata «Antonius Romanus» e datata in caratteri romani, è oggi nella Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini. Lo stesso cartone servì ad A. per dipingere la Madonna con Bambino e santi Francesco e Antonio da Padova datata 1489, già nella chiesa di S. Maria di Palazzolo sul lago di Albano, oggi in S. Antonio dei Portoghesi a Roma.
Nel 1491, su commissione di Gentile Virgilio Orsini, fu impegnato nella decorazione della Camera Rossa e della Sala dei Trofei di Caccia, nel castello di Bracciano, in questa occasione è probabile che A. abbia svolto per lo più il ruolo di imprenditore e coordinatore dei lavori, basandosi su un precedente progetto di Francesco di Giorgio Martini, e affidando la maggior parte del lavoro alla bottega. A partire dal nono decennio del secolo, A. svolse per lo più il ruolo di coordinatore lasciando ampio spazio di intervento alla bottega; tra le opere eseguite in quel periodo per la provincia laziale si ricorda la pala d’altare con la Madonna e il Bambino nella chiesa di S. Maria e S. Biagio a Sant’Angelo Romano. La tavola era in origine parte di un trittico i cui laterali rappresentavano Sant’Antonio abate e San Sebastiano sul recto, l’Angelo annunciale e l’Annunciata sul verso, nell’iscrizione sul verso degli sportelli si legge la data 1495; oggi la tavola è inserita nella tela dipinta da Prospero Mallerini, e raffigurante San Biagio e san Luigi Gonzaga in adorazione della Vergine (1815).
Degna di nota anche la Madonna con Bambino del Museo Civico di Viterbo, frammento di una pala d’altare dipinta nel 1497 per il convento francescano di S. Maria del Prato a Campagnano, la tavola rappresenta la Madonna e i santi Pietro e Paolo, Giovanni Battista e Francesco adorati da un gruppo di santi francescani ed è firmata e datata «Anthonatius Romanus me pinxit MCCCC97». Alla metà del nono decennio del secolo, su commissione di Stefano Pagnotta, fiduciario di casa Orsini, affrescò la cappella dell’ex ospedale civico di Bracciano, nel 1500 circa dipinse la Natività della chiesa di S. Pietro a Civita Castellana, nel 1505 dipinse l’ultima sua opera documentata, il gonfalone per la Confraternita di S. Antonio da Padova, terminato dal figlio Marcantonio. Altri interventi di A. sono da individuarsi nel presbiterio della chiesa di S. Liberata a Ciciliano, nel santuario della Madonna del Tufo a Rocca di Papa (Madonna con Bambino), nella chiesa di S. Maria Maggiore di Cerveteri (Madonna con Bambino), nella chiesa di S. Maria Maggiore a Tivoli (Sant’Antonio da Padova).
Il 28 marzo 1508 A. redasse il suo testamento in cui dichiarò di voler essere sepolto nella tomba di famiglia in S. Luigi dei Francesi, morì a Roma tra il 1508 e il 1512.
BIBL. – Mortari 1956; Matthiae 1988; Cavallaro 1992; Cavallaro 1999b; Nardecchia 2001b.
[Scheda di Francesca Mangiola – Ansl]