Arbib, Edoardo – Politico (Firenze, 27 lug. 1840 – Roma, 6 mar. 1906)

Nato in una famiglia di origini ebraiche, interruppe gli studi dopo la morte del padre perché costretto a lavorare nella tipografia di G. Barbera. Giovanissimo partecipa alle guerre risorgimentali del 1859-1860. Nel 1860 è con Garibaldi in Sicilia ed è ferito nella battaglia di Milazzo. Nel 1866 entra nell’esercito regio ma lo abbandona nel 1870 e sulle sue prime esperienze militari scrive L’esercito italiano e la campagna del 1866 (Firenze 1867) per analizzare le cause della sconfitta in quella guerra contro l’Austria. E’ collaboratore da Roma per diversi giornali e, dopo il suo trasferimento a Roma, fonda il giornale “La libertà” che gli sarà di valido supporto nelle sue campagne elettorali.

Liberale di orientamento moderato nel 1879 è eletto per la prima volta deputato nella circoscrizione di Viterbo. Rimane in parlamento fino al 1895. E’ nominato senatore nel 1904. La sua posizione non è mai di schieramento netto con un gruppo politico e questo gli consente di passare con una certa disinvoltura dai conservatori alla sinistra, dai laicisti ad appoggiare l’intesa con il Vaticano e a chiedere i voti anche ai cattolici. E’ un attento osservatore della vita parlamentare e alla storia del parlamento italiano dedicherà un opera pubblicata poi in quattro volumi dal titolo Cinquant’anni di storia parlamentare del Regno d’Italia (Roma, Tipografia della Camera dei deputati, 1898)

Analoga attenzione dedicherà alla vita politica romana e pubblicherà il Sommario degli Atti del Consiglio Comunale di Roma dal 1870 al 1895, pubblicato a Roma nel 1895.

Sarà autore di romanzi: il primo fu La moglie nera (Milano 1874) e a questo ne seguirono negli anni successivi parecchi altri (Dopo il congedo, Roma 1894; Catene, Milano 1894; Le tre contesse, ivi 1896; Mogli oneste, ivi 1897), ma nessuno si distacca dal genere del romanzo d’appendice.

Importante il suo ruolo nella vita politica e amministrativa di Viterbo soprattutto negli anni Ottanta quando, alleato del principe Baldassarre Odescalchi, sarà fiero oppositore di Enrico Pani Rossi, commissario al Comune di Viterbo nel 1880, astro nascente di una politica laicista che sarà definitivamente sconfitta di lì a poco e che costringerà il Pani Rossi a lasciare definitivamente Viterbo.

BIBL. – DBI, vol. 3, pp. 732-7343; S. De Amicis, Viterbo in prima pagina. Stampa, opinione pubblica e partiti a Viterbo in età liberale, Viterbo, Settecittà, 2013, passim; https://storia.camera.it/deputato/edoardo-arbib-18400727/bpr#nav; B. Di Porto, Edoardo Arbib deputato di Viterbo, in “La Rassegna Mensile di Israel”, terza serie, vol. 39, n. 7/8 (1973), pp. 429-443; B. Di Porto, Il primo ventennio di Viterbo italiana, in “Annali della Libera università della Tuscia. Viterbo”, Anno IV, fasc. III-IV (1972-1973), pp. 73-161.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]