Basilici, Anselmo – Vescovo (Orvinio, 19 apr. 1769 – Roma, 5 set. 1840).
Presbitero dal 7 apr. 1792, fu vicario foraneo di Nerola dal 16 marzo 1808 e arciprete cum cura animarum nella chiesa di S. Maria. Essendosi rifiutato di prestare il giuramento civico ai Francesi, venne deportato a Parma. Al rientro nel ristabilito Stato Pontificio, conseguì per grazia speciale del pontefice la laurea in utroque iure il 22 luglio 1814. Nominato vescovo di Lydda in Palestina il 19 die. 1814, fu consacrato a Roma dal cardinal Litta il 27 successivo. Nel 1818 (25 maggio) fu trasferito nella diocesi di Nepi e Sutri; del periodo del suo lungo episcopato terminato con la morte, si ricorda in particolare la ricostruzione della cattedrale di Nepi, incendiata dalle truppe francesi in ritirata il 2 dic. 1798 e andata praticamente distrutta con il vescovado e la cancelleria. La ricostruzione, avviata già dal vescovo C. Simeoni, fu pressoché totale e la nuova consacrazione avvenne nel 1831. Fu mantenuto l’impianto che c’era prima a cinque navate ma la copertura del tetto fu fatta a volta e nel presbiterio con una cupola ribassata e cieca. Condusse due visite pastorali all’intera diocesi. Seguì inoltre il restauro del palazzo episcopale di Sutri e l’istituzione di un Monte di pietà.
Il suo nome rimane legato anche al riconoscimento del culto di santa Filomena, presunta martire cristiana le cui ossa erano state scoperte nel 1802 nelle catacombe romane di Priscilla. Nel 1833 B., con il vescovo di Nola nella cui diocesi le ossa della martire erano state trasportate, si fece promotore presso la Santa Sede della richiesta d’istituire una festa in onore della giovane martire e una liturgia approvata. Fu inoltre alla testa del gruppo di religiosi che, nel giugno 1835, sottopose alla Sacra Congregazione dei Riti il presunto miracolo delle ossa di Filomena.
BIBL. – HC, VII, pp. 247, 281 ; Spina 1985, p. 116; P. Chiricozzi, Le chiese della diocesi di Sutri e Nepi nella Tuscia meridionale, Grotte di Castro 1990, pp. 122, 347 ; E. Angelone, G. Nicolai, D. Parasassi, Le antiche chiese della Tuscia romana, Viterbo, 2009, pp. 341-351; .