Bongalli (Bongallo) Scipione – Vescovo, lette­rato (Roma, 1501 – Orte, 3 ago. 1564)

I biografi discutono se sia nato a Roma o a Viterbo; quelli che sostengono la seconda soluzione lo dicono imparentato con  il cardinale Egidio Antonini (certamente fu al seguito del cardinale per alcuni anni). Altri ancora lo dicono fratello o adottato da Giacomo Bongallo, vescovo di Sutri e Nepi negli anni venti e trenta del XVI secolo. Si dedicò agli studi di lettere greche e latine, avendo come mae­stro l’agostiniano Nicolò Scutelli e al libro dello Scutelli, De mysterijs Aecyptiorum nunc primum ad verbum de Graeco expresso… (Romae, apud Antonium Bladum, 1556 scriverà la prefazione). Fu in amicizia con Pietro Bembo che gli dedicò uno scritto datato 1541. Il 24 nov. 1539 era stato nominato vescovo di Civita Castellana e Orte (e per arrivare alla nomina aveva avuto una dispensa “super defectu natalium” il che avvalora la tesi di coloro che lo dicono adottato), ma il suo impegno per la diocesi non assunse mai for­te rilievo. Nel 1553 era stato nominato Vicelegato a Benevento e negli anni successivi fu anche  Governatore a Roma. Nel 1556 predicò alla presenza di Paolo IV, del quale divenne entusiasta sostenitore per la sua lotta contro gli eretici. Non immaginava che tre anni più tardi sarebbe stato interrogato nel quadro del processo che Paolo IV aveva avviato contro il cardinale Girolamo Morone: la sua deposizione, dalla quale risultò che egli era stato familiare con il cardinale, fu sostanzialmente favorevole all’accusato.

Partecipò al Concilio di Trento solo dopo il 1561, dove pre­sentò un intervento sull’obbligo della residenza dei vescovi e fece un intervento fin troppo favorevole al ruolo dei cardinali e della Curia romana al punto da suscitare il riso in alcuni dei presenti tanto era sfacciato. Nel 1563 ottenne dal legato Cristoforo Madruzzo il permesso di allontanarsi da Trento prima della chiusura del Concilio per ragioni di salute.  Attraverso lo Scutelli era entrato  in contatto con il Madruzzo, del quale curò l’edizione delle traduzioni in latino di testi del neoplatonico Giamblico (Pythagorae vita ex Iamblicho collecta, Romae, Vincentius Luchrinus excudebat, 1556). Fu anche autore di un’opera contro Lorenzo Valla, De vera Costantini donatione, oggi perduta e la cui esistenza è attestata da Mazzuchelli, di un’opera giovanile intitolata Sciopionis Bongalli Calliope in qua nonnulla de antiquis et recentibus poetis continentur (Romae, per Marcellum Siber alias Franck, 1521) e della Oratio r.d. Scipionis Bongalli ci. ro. Civitatis Castellanae et Ortanae episcopi, in festo om­nium sanctorum habita (Romae, apud Antonium Bladum, 1556).

Morì a Orte il 3 ag. 1564 e venne sepolto nella cattedrale di Civita Castellana.

BIBL. – Mazzuchelli, II, p. 178; Gams, p. 686; Serie dei ve­scovi 1889, n. 16; HC, III, p. 211; Adriano Prosperi in DBI, 11, pp. 34-36; M. Mastrocola, Note storiche circa le diocesi di Civita C. Orte e Gallese. Parte III. I Vescovi dall’Unione delle Diocesi alla fine del Concilio di Trento (1437-1564), Civita Castellana 1972.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]