Bonifazi, Ennio (detto “Il Cerricola”)  – Organaro (Cerreto di Spoleto, Sec. XVI – Roma, 1654)

Nacque a Cerreto di Spoleto, probabilmente negli ultimi anni del sec. XVI. Nipote del noto costruttore d’organi Armodio Maccioni, iniziò la sua attività a Roma nella fabbrica dello zio, di cui fu allievo e aiutante.

Dal 1624 apparve alla basilica di S. Pietro in Vaticano con incarichi di fiducia, riscuotendo fino al 1628 lo stipendio del Maccioni, “conservatore” di tutti gli organi di S. Pietro, e nello stesso tempo occupandosi, come ritiene il Lunelli, dei “grandi lavori” che si facevano “in S. Pietro proprio in questi quattro anni per rimodernare gli organi”, in conformità del completamento della basilica già operato dal Maderno.

Nel 1628 fu commissionato al B. anche il rifacimento dei due vecchi organi del veneziano “missier Venerano da Loggici” posti nel 1562 sopra l’antica cappella di S. Domenico nella chiesa di S. Maria sopra Minerva. Il B. s’impegnò a terminare il primo nello spazio di un anno, chiedendo 1.000 scudi di pagamento, e alle stesse condizioni costruì il secondo organo; il maggior contribuente alle spese fu il card. Scipione Borghese.

Ormai organaro affermato, insignito del titolo di cavaliere, il B. ricoprì anche l’importante carica di conservatore degli organi nelle principali chiese di Roma: alla basilica vaticana nel 1629, succedendo allo zio Maccioni con lo stesso stipendio di 2 scudi mensili, alla chiesa capitolina di S. Maria in Aracoeli il 31 nov. 1631 (la nomina datava dal 30 sett. 1630 e il 26 apr. 1642 gli fu conferita a vita) e infine a S. Spirito in Saxia nel 1642, secondo l’Allegra, ma si può credere che ancor prima di quell’anno il B. vi curasse la manutenzione degli organi, poiché in ordine di tempo successe anche qui al Maccioni.

Allo stesso decennio risale l’organo della collegiata di S. Maria Assunta di Trevi nel Lazio, la cui realizzazione – avvenuta tra il 1633 e il 1634 – venne commissionata a B. dal mecenate locale Giovanni Paolo Ciglia.

L’ultimo organo costruito dal B. – di cui si abbia finora notizia – fu quello per la collegiata di S. Lorenzo a Sant’Oreste sul monte Soratte: il B. ne stipulò il contratto il 23 luglio 1638 e due anni dopo lo strumento era finito. La spesa di 350 scudi fu ripartita fra la comunità di Sant’Oreste, il card. Barberini e il cavalier G. F. M. Caccia, i cui stemmi figurano sulla facciata dell’organo.

Lo strumento – con prospetto a tre campate di canne e decorato con intagli e doratura di pregio – fu posto sopra la porta principale d’ingresso della chiesa. Il 1º luglio 1642 il B. si impegnò a curarne la manutenzione, nel termine di un anno a partire da quella data, una volta ancora gratuitamente, eccetto le spese di viaggio per sé e per il suo aiutante. Dal 1658 l’organo venne più volte restaurato e rifatto: nel 1918 l’organaro Paolo Quaresima di San Vito Romano operò un restauro completo al “nobile strumento” del B. che nel 1931 era ancora in grado di funzionare.

Il B. morì a Roma nel 1654.

BIBL: Redazione, voce Bonifazi Ennio in Dizionario biografico degli italiani, Vol. 12, Roma 1971, pp.  207-209; https://www.treccani.it/enciclopedia/bonifazi-ennio-detto-il-cerricola;   https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1200215335; De Carolis, Il Monte Soratte e i suoi Santuari, Roma 1950, p. 315

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]