Bonizone – Vescovo (Sec. XI).

Sulle origini di B. poco si conosce, sebbene dai suoi scritti si può evincere fossero lombarde, mentre la data di nasci­ta può essere fatta risalire al secondo quarto del sec. XI, se il 3 ott. 1078 figura come vescovo di Sutri. La sua storia precedente al vescovato sutrino rimane sfocata in molte supposizioni e poche certezze, tra le quali la notizia di una sua legazione apostolica nell’atto di consacrazione della chiesa di S. Tom­maso. La formazione ecclesiastica sembra si sia co­struita attraverso lo studio del diritto canonico e giuridico-amministrativo, con il quale entrò in con­tatto probabilmente a Cremona. L’elezione al ve­scovato di Sutri, avvenuta in data non precisata, si deve far risalire agli anni tra il 1070, ultima men­zione del predecessore, e la data suddetta, apparte­nente a una iscrizione cremonese. Nel feb. 1079 partecipò a un concilio romano.

Espulso, nel 1081, da Sutri, espugnata dall’esercito di Enrico IV, che sconvolgeva il Lazio nel tentativo di conquistare Roma, fu da questi imprigionato. Fuggito in circo­stanze non note, fu ospitato dalla contessa Matilde con la quale soggiornò per un periodo a Mantova. In questi anni scrisse il Liber ad amicum, opera po­lemica e sostenitrice della lotta agli scismatici eretici, che alla morte di Gregorio VII avevano eletto l’enriciano Clemente III, che fu accompagnata da una fervida attività di predicazione e di lotta da par­te di B. nella diocesi di Piacenza. Invocato dal po­polo vescovo della città, in realtà tale nomina non fu mai accertata, mentre appare sempre menziona­to come «vescovo sutrinus». Catturato dagli avver­sari, fu orrendamente mutilato: strappati gli occhi, tagliati il naso, la lingua e le orecchie, sopravvi­vendo nonostante tutto, alle torture.

Sue sono le se­guenti opere: Liber in Hugonem scismaticum, il Libellus de sacramentis e il Liber de vita christiana. La sua morte, datata sulla base di una lapide sepol­crale e due necrologi, va fatta risalire al 14 luglio di un anno non meglio precisato, successivo al 1089, allorquando Clemente III fu cacciato da Roma, evento richiamato da B. nei suoi scritti. Valida sem­bra la proposta di farla risalire prima del 1095, anno di grandi concili su temi cari a B. che avrebbe al­trimenti riportato nei suoi scritti. Un epitaffio tro­vato a San Lorenzo a Cremona fa pensare che il corpo sia lì sepolto.

Il Liber ad amicum, scritto tra il 1085 e il 1086, è un racconto storico di otto libri, nel quale B. narra la storia della Chiesa da Adamo a Enrico II, in parte coincidente con la storia del­l’impero, mentre negli altri quattro narra gli ultimi fatti storici adducendo testimonianze dirette. Nel­l’ultima parte, rispondendo a un anonimo amico se sia lecito, a un cristiano, usare armi per questioni di fede, risponde con un consenso. Gli altri quattro libri di B. pervenutici sono stati scritti nell’ultima parte della sua vita; tra di essi spicca il Liber de vita christiana, che, in dieci libri scritti tra il 1089 e il 1095, vuole offrire un manuale pratico di vita cri­stiana, descrivendone i sacramenti.

BIBL. – Dulac 1912, pp. 230-239; Foumier 1915, pp. 265­298; Repertorium Fontium Historiae, II, pp. 559-560; Gatto 1968, pp. 139-167; Giovanni Miccoli in DBI, 12, pp. 246­259; Berschin 1992.

[Scheda di Maria Cristina Romano – Srsp]