Botonti – Famiglia (Viterbo, Secc. XV-XVII)

Il capostipite della famiglia sembra essere Giovanni di Caroso, alias “Botonto”, mercante, nella prima metà del XV secolo. Suo figlio è Francesco, mercante di lana, Cassiere del Comune di Viterbo, poi Gonfaloniere e infine Priore tra il 1444 e il 1489.  Tra i suoi discendenti vi sono Anselmo, avvocato della Comunità e avvocato concistoriale nel 1490;  Bernardino che si laurea in medicina e che nel 1485 era tra i Priori del Comune; Federico che nel 1473 era Podestà di Canepina poi Priore a Viterbo tra il 1473 e il 1510; Giovan Battista che fu notaio tra il 1473 e il 1477; avviato alla carriera ecclesiastica, tra il 1499 e il 1528 fu chierico della Camera apostolica. Fu in corrispondenza con il cardinale Egidio Antonelli e lasciò un legato testamentario per il quale tre giovani viterbesi avrebbero potuto studiare al Collegio Capranica di Roma.

I Botonti avevano palazzo in contrada San Faustino e cappella gentilizia nella chiesa di San Francesco nella quale GiovanBattista aveva commissionato a Sebastiano Del Piombo una tela (e il risultato fu la famosa Pietà, oggi al Museo Civico di Viterbo) mentre allo stesso artista affidò la realizzazione di una tavola per una cappella nella chiesa di Santa Maria del Paradiso ed ebbe la tavola con Cristo alla Colonna (anch’essa oggi al Museo Civico).

Nel 1603 gli eredi commissionarono l’ampliamento e il restauro dell’antica chiesa di San Francesco alla Rocca. Per volere di Federico e di Giovanni la famiglia fu proseguita dai Verreschi poiché GianLorenzo Verreschi aveva sposato Agnese, figlia di Federico e Ilario Verreschi aveva sposato l’altra figlia Dianora.

BIBL. – Angeli, Famiglie viterbesi. Volume I. A-B, Viterbo 1992, pp. 113-114; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. II,  Viterbo, 1938-1940, I°,  p.  190, II°, p.  260, 388; N.  Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 66-67.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]