Capocci, Raniero, s.o.cist. – Cardinale (Viterbo, 1180/1190 – Lione, maggio/giugno 1250).
Discendente da una delle più nobili famiglie viterbesi, in possesso di diversi beni in città e nel contado, nacque da genitori di cui si ignora il nome. Secondo l’Ughelli, il C. entrò nell’Ordine cistercense, all’interno del monastero dei Ss. Vincenzo e Anastasio di Roma, di cui sarebbe in seguito diventato abate. Sebbene non esistano elementi documentari per suffragare questa ipotesi l’appartenenza del C. all’Ordine di Citeaux appare probabile in relazione alla familiarità dell’Ughelli con il mondo cistercense e alle delibere del capitolo generale in cui il C. viene inserito nella preghiera anniversaria dell’Ordine. Notizie più solide si hanno riguardo il suo ingresso nella cancelleria della Curia come notaio pontificio; il primo documento in cui compare in tale veste è del giugno 1215. Riguardo la sua formazione professionale si può immaginare un periodo di studio della retorica e dell’ars dictandi, che lo porterà a sottoscrivere spesso i documenti con il titolo di magister.
Nella primavera del 1216 Innocenzo III lo inserì nel collegio cardinalizio con il titolo di cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin; venne subito inviato in Lombardia per richiedere il rispetto della pace da parte di Milano e Piacenza. Il C. prestò i suoi servizi professionali anche sotto Onorio III, dedicando maggiore attenzione alla sua città di origine, di cui resse la sede vescovile durante i periodi di vacanza del 1231 e del 1243. Nel 1220 il pontefice assegnò al C. un incarico significativo, il rettorato del ducato di Spoleto e delle contee di Nocera e Assisi; il suo operato segnò il costante interesse per l’affermazione dei diritti della Chiesa di Roma in opposizione con le ambizioni dei comuni e delle nobiltà locali. Nel 1222 fu costretto a intervenire in occasione dell’intervento delle truppe imperiali nella contesa tra Viterbo e Roma per il possesso di Centocelle, che determinò inoltre una forma di insubordinazione in alcuni comuni umbri, sedata anche con il ricorso alla scomunica del capitano delle truppe imperiali e dei suoi complici umbri. Negli stessi anni il C. ebbe modo di incontrare in Umbria l’esperienza francescana, partecipando tra l’altro al primo capitolo dei Minoriti tenuto il giorno della Pentecoste del 1221.
L’incarico di rettore fu probabilmente chiuso nei primi mesi del 1224. Dal 1227, durante il pontificato di Gregorio IX, la sua attività si concentrò nella curia svolgendo la funzione di auditore in numerose questioni in tutta la cristianità. Nel 1234 in occasione dell’alleanza tra il pontefice e Federico II per contrastare le rivendicazioni dei romani sul Patrimonio, fu insignito dell’incarico di difensore degli interessi papali e partecipò al fianco dell’imperatore all’assedio di Rocca Respampani e alla difesa di Viterbo. L’appoggio del C. alla politica di Gregorio IX nella fase di inasprimento dei rapporti con l’imperatore fino alla scomunica del 1239 fu costante. L’avvento al soglio papale di Innocenzo IV, pose il C. di fronte a una politica più tendente al compromesso nella contesa con l’imperatore e meno vicina ai suoi ideali. Forzando leggermente la mano il C. tentò di inasprire la contesa procedendo alla liberazione di Viterbo che avvenne nel nov. del 1243. Nel 1244 il pontefice lo nominò vice domine pape gerens nel Patrimonio, nel ducato di Spoleto e nella Marca d’Ancona, incarico che lui interpretò nell’ottica della conservazione di tutte le posizioni in mano alla Chiesa nell’Italia centrale. Nel frattempo la posizione conciliante con il potere imperiale non era assolutamente sopita anche in seno al collegio cardinalizio; ciò portò il C. a scrivere nel 1245 un libello, Aspidis nova, in cui con passionalità e linguaggio più escatologico che giuridico bollava l’imperatore come peccatore e eretico. La sua propaganda politica ottenne concreti risultati se è dello stesso anno la sentenza di deposizione di Federico deliberata da un concilio tenuto a Lione. Pochi mesi dopo sperando in una imminente congiura in seno alla corte imperiale, il C. tentò un attacco in Umbria, che si risolse con una pesante sconfitta presso Spello.
La sua città nell’estate del 1247 era stata espugnata dal capitano imperiale, Vitale di Aversa; l’indomito animo del C. si diresse quindi alla riconquista dell’Umbria, nell’ott. del 1247 riuscì a ottenere Spoleto, importante testa di ponte per progettare la riconquista della Marca anconetana che avvenne all’inizio del 1248. Tentò a questo punto di consolidare i suoi risultati con un fitta rete di concessioni ai comuni. Innocenzo IV, nonostante gli evidenti risultati raggiunti, decise di non perseguire la politica del C., negando alcune concessioni fatte ai comuni marchigiani. La svolta politica del pontefice che aveva deciso di puntare sul più giovane cardinale Pietro C. di Roma, si manifestò concretamente con il richiamo in Curia del C.; dopo non molti mesi di permanenza a Lione, il cardinale morì; il suo corpo riposa nel monastero di Citeaux e la sua memoria è ricordata anche in un monumento nella chiesa di S. Maria in Gradi a Viterbo. Nella sua vita il C. si distinse per una costante attenzione verso il mondo monastico, costante fu l’appoggio dato dal C. al suo Ordine di appartenenza, come quando aiutò i monaci dell’abbazia di S. Martino al Cimino a ricostruire l’abbazia in stile gotico e promosse la riforma delle abbazie di S. Galgano e S. Salvatore di Settimo in Toscana. Si avvicinò in seguito al mondo domenicano, conobbe san Domenico forse nel 1219, e promosse in ogni modo la costruzione di chiese e conventi del nuovo Ordine. Anche dal punto di vista spirituale il mondo monastico ebbe ampia influenza nel cardinale, soprattutto in relazione alla diffusione del pensiero escatologico e della predicazione di Gioacchino da Fiore, che lo aiutò spiritualmente durante gli aspri conflitti con il potere imperiale.
BIBL. – Pinzi, I, pp. 331-334, 382-429, 436, 443, 454, 461, 472, 495; Signorelli, I, pp. 167, 172-182, 188-193, 203-212; Paravicini Bagliani 1972, pp. 15, 165-167, 230; Norbert Kamp in DBI, 18, pp. 608-616 (con fonti e bibl.).
[Scheda di Fabio Pagano – Srsp]