Cocciola, Martino – Bandito (Castel Cellesi, 1843 – Piombino, 1898)
Tra il 1850 e il 1890 nella Tuscia operarono delinquenti dediti ad estorsioni, sequestri di persona, ferimenti ed omicidi che diedero corpo ad un brigantaggio minore (rispetto a quello dominato dalla figura di Domenico Tiburzi) e del quale qui si vuole ricostruire qualche dato biografico.
Martino Cocciola era nato a Castel Cellesi e ancora non ventenne aveva cominciato a conoscere le galere pontificie. Ed era appena uscito dal carcere quando si unì nel 1873 al Dobici (v.) Insieme a lui e al Rufoloni (v.) nell’estate del 1874 avevano sequestrato Cosimo Colesanti, agiato possidente di Bagnoregio: in cambio della sua libertà avevano chiesto ed ottenuto una forte somma. Sfuggiti alla cattura i tre banditi si erano spostati nella zona di Graffignano-Sipicciano e avevano messo in atto altre estorsioni ai danni di Anton Maria Gori di Castiglione in Teverina e poi del conte Bufalari nel territorio di Civitella d’Agliano: i carabinieri mobilitati per arrestare i banditi riuscirono a ferire il Cocciola e lo trassero in arresto mentre gli altri scappavano. Nel giugno 1876 il Cocciola era condannato dalla Corte d’Assise di Viterbo a 25 anni di lavori forzati e 5 di sorveglianza. E’ morto in carcere a Piombino nel 1898.
BIBL. e FONTI – Archivio di Stato di Viterbo, Processi in Corte d’Assise, b. 31-34. A. Mattei, Brigantaggio sommerso. Storia di doppiette senza leggenda, Roma 1981, passim.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]