Cordini, Antonio (Antonio da Sangallo il Giovane) – Architetto (Firenze, 1484 – Terni, 1546).

Proveniente da una numerosa e celebre famiglia di artisti e architetti, detta «da Sangallo» dalla contrada fiorentina di provenienza, egli apprese dal padre bottaio Bartolomeo Cordini le nozioni di falegnameria e carpenteria, che lo avviarono a un’attività all’inizio volta prevalentemente agli aspetti tecnici dell’arte edificatoria. Nel 1503 C. giunse a Roma in cerca di lavoro, contando sull’appoggio degli zii materni, Antonio e Giuliano Giamberti, architetti già da tempo al servizio dei pontefici e dei membri della corte papale. Divenne aiuto e collaboratore di Donato Bramante e lavorò nei principali cantieri dell’architetto urbinate, tra i quali S. Pietro in Vaticano, il Belvedere, il porto di Civitavecchia, la rocca di Civita Castellana e il complesso ecclesiastico di Loreto.

I primi incarichi affidati a lui solo risalgono agli anni 1513 -1514, in coincidenza con l’inizio del pontificato del suo conterraneo Leone X. Iniziando una collaborazione destinata a rinsaldarsi nei decenni successivi, il cardinale Alessandro Farnese – futuro papa con il nome di Paolo III – gli affidò la ristrutturazione della rocca di Capodimonte sul lago di Bolsena (1513-1515), il disegno del palazzo-fortezza di Caprarola (ca. 1520-1525, poi completato da Jacopo Barozzi da Vignola) e la progettazione del palazzo di famiglia a Roma vicino Campo de’ Fiori (inizio 1514-1515), cantiere che lo impegnò fino alla morte. Nel 1516 divenne architetto coadiutore di Raffaello Sanzio nella fabbrica di S. Pietro in Vaticano e la loro collabora­zione si estese anche alla progettazione di Villa Madama (inizio nel 1519). Qui è ricordato per i lavori compiuti in diversi cantieri nel Lazio: la ristrutturazione del castello di Montefiascone (1516); la ricostruzione del castello Santacroce di Veiano (1518); la realizzazione del soffitto ligneo nella chiesa di S. Maria della Quercia presso Viterbo (1518); la costruzione della chiesa di S. Egidio a Cellere (1518-1520). Subito dopo la morte di Raffaello nel 1520, C. gli subentrò in qualità di primo architetto della fabbrica di S. Pietro in Vaticano, carica che mantenne fino alla morte. A partire da quello stesso anno, iniziò il lavoro in altri cantieri laziali: il palazzo Farnese a Gradoli (ca. 1520-1525) e i tempietti sull’Isola Bisentina del lago di Bolsena, su committenza del cardinale Alessandro Farnese (ca. 1520); la progettazione della chiesa e del convento di S. Maria in Monte Moro presso Montefiascone (1523). Negli anni tra il 1527 e il 1534, curò il progetto di costruzione del palazzo-castello di Ascanio Colonna a Marino, in luogo dell’antico castello Orsini. Nel 1531 il papa Clemente VII (Giulio de’ Medici, 1523-1534) e i Benedettini di Montecassino lo incaricarono di progettare la cappella funebre di Piero de’ Medici nella chiesa dell’abbazia, dove aveva già realizzato l’attiguo Chiostro dei Benefattori. Tra il 1537 e il 1540 il papa Paolo III lo incaricò di riconfigurare l’insediamento medievale di Castro, divenuta capitale del ducato concesso al figlio Pier Luigi Farnese. C. creò per la città un nuovo sistema di fortificazioni, la grande piazza principale con gli edifici pubblici e la Zecca, la chiesa di S. Francesco. A partire dal 1538 si occupò del rinnovo delle fortificazioni di Nepi, dove curò anche l’apertura di una «strada nuova» e della piazza principale dove disegnò il palazzo comunale, oltre alla chiesa di S. Tolomeo. Il papa Clemente VII aveva affidato a C. la cura delle fortificazioni di Roma e dello Stato Pontificio: egli si occupò, oltre che di quelle già citate (Castro, Nepi), delle fortificazioni di Parma e Piacenza, di Ascoli Piceno, di Firenze, di Perugia e dell’ampliamento della cinta muraria di Frascati (1538-1546). Altri progetti attribuitigli in territorio laziale: il restauro della rocca di Capodimonte, la cappella Santacroce a Veiano, i palazzi Piacentini a Collevecchio e Vicentini a Rieti.

BIBL. – Giovannoni 1959; Bruschi 1985; Spagnesi 1986; Adams – Frommel 1994; Bruschi 1996b; Frommel 1994; Adams – Frommel 2000; Galdieri – Luzi 2001.

[Scheda di Micaela Antonucci – Ansl]