Vico Giovanni Di (III) – Signore feudale, prefetto (sec. XIV).
Signore di Viterbo e Civitavecchia dal 1338 al 1354, occupò militarmente Viterbo, Vetralla, Corneto (oggi Tarquinia), Bagnoregio e Bolsena approfittando della lontananza del papa, allora ad Avignone. La sua signoria si estese anche ai centri di Orvieto, Terni, Narni, Amelia, Tuscania, Tolfa, Blera, Ronciglione, Vallerano,Vignanello e Sipicciano.
Prefetto di Roma, nel 1347 entrò in contrasto con Cola di Rienzo, che ne pretendeva la sottomissione e che aveva imposto a Viterbo una pesante tassazione; alla ribellione di Giovanni, sostenuto dai Viterbesi, lo accusò dell’omicidio del fratellastro Faziolo, che Giovanni aveva assassinato nel 1338, togliendogli la prefettura. Solo dopo l’azione di forza Cola di Rienzo ne ottenne la sottomissione.
Nell’ago. 1352 ricevette dal Comune di Orvieto pieni poteri sulla città e sul contado e mise in atto numerose riforme, tra cui un alleggerimento del carico fiscale gravante sulle comunità contadine; il divieto di portare armi e la nomina personale dei principali magistrati; la riorganizzazione delle truppe comunali e la costruzione di nuove fortezze, dopo essersi fatto consegnare quelle già presenti appena salito al potere. La sua signoria venne osteggiata dal cardinale Egidio de Albornoz, che lo sconfisse nel 1354 costringendolo a rinunciare alla costituzione di un regno autonomo all’interno del Patrimonio della Chiesa. Si ritirò a Civitavecchia, dove morì nel 1366. Ebbe sei figli: Annasina, Battista, Briobi, Francesco, Giacomo e Tradita.
BIBL. – Calisse 1887, pp. 69-136, 353-354; Antonelli 1942, pp. 154, 159-160; Maire Vigueur 1987, pp. 508, 511, 559-560, 575-576; Corteselli – Pardi 1993, p. 253; Maire Vigueur 2000, p. 790; Caciorgna 2000b, p. 839.