Famiano (Famian, Quardo, Gerardo) – Santo (Colonia, ca. 1090 – Gallese, 8 ago. 1150).
Venerato a Gallese, sue notizie si ricavano da una biografia scritta in loco negli ultimi decenni del sec. XIII (edita in Pennazzi). Questa Vita, secondo Petrucci, sarebbe una leggenda agiografica voluta per sanzionare un culto locale che si era formato spontaneamente. Secondo l’autore di questa vita, F. era un pellegrino di Colonia, battezzato col nome Quardo o Gerardo, che molto giovane, chiamato dalla vocazione religiosa, lasciò la sua ricca famiglia, per condurre una vita penitente in pellegrinaggio, come è frequente nel Medioevo soprattutto nei secc. XII e XIII. Andò così dapprima a Roma, ove visitò le principali basiliche della città e forse anche di altre parti d’Italia; dopo sei anni proseguì per la Galizia, quindi si recò a S. Giacomo di Compostela e al ritorno da questo santuario si fermò per venticinque nel monastero di S. Cosma e Damiano presso il fiume Mino. Ripreso il suo pellegrinare, dopo questo lungo periodo in cui visse probabilmente da eremita, partì per la Terra Santa, dove rimase per altri tre anni.
Alla fine della sua vita, tornato in Italia, seguì l’ordine degli apostoli Pietro e Paolo di dirigersi a Gallese, «ut ibi esset patronus». Qui, ospitato dal nobile Ascaro, dopo aver passato due settimane pregando nelle chiese della cittadina per la salvezza degli abitanti, si ammalò e, sapendo della sua morte prossima, chiese di essere seppellito ai piedi delle mura cittadine nell’orticello del suo ospite; previde ai presbiteri accorsi, che il luogo della sua sepoltura si sarebbe arricchito di molti beni, con i quali avrebbero dovuto costruire in loco una chiesa e guarì miracolosamente Ascaro dalla sua infermità. Alla fama che si creò attorno a questo personaggio, dovuta anche ai suoi miracoli, si deve, secondo la biografia, il suo appellativo Famianus.
Nella seconda metà del sec. XIII sul suo luogo di sepoltura, che era ancora una semplice grotta – confermata nel 1224, insieme ad altri beni, all’abate di S. Lorenzo fuori le mura a Roma da papa Innocenzo IV (Egidi 1908-14, I, p. 398 doc. I) – fu edificata una chiesa che il vescovo di Civita Castellana, Monaldo (cfr. Gams, 1288-1300), unì alla chiesa matrice di S. Maria. Quest’ultima notizia si ricava da una seconda vita di san F., stampata a Gallese nel 1576 (Ex vita beati Famiani civitatis Gallesii patroni in Acta SS., Augusti, II, pp. 391-392), la quale fu sicuramente ricavata dalla prima ma con delle aggiunte quali: l’età e l’anno della morte del santo, la sua appartenenza all’Ordine dei Cistercensi e la sua presunta canonizzazione nel 1154 da parte di Adriano IV, informazioni che sono state riprese in tutte le notizie biografiche di F. scritte posteriormente. Secondo Petrucci (p. 523), se le date fomite quattro secoli più tardi dall’anonimo autore della seconda biografia non trovano fondamento, è certo invece che a partire dalla seconda metà del sec. XIII il culto di F. è ben attestato a Gallese, come proverebbero l’erezione della chiesa e la prima vita scritta nello stesso arco cronologico. Lo studioso è inoltre dubbioso sull’appartenenza del santo all’Ordine cistercense, non specificata nella prima biografia. È più probabile secondo Petrucci un legame con l’Ordine benedettino, visto che nel 1244 lo specus sancii Famiani era stato confermato dal pontefice al monastero benedettino di S. Lorenzo fuori le mura. Custodito nella cripta della basilica a lui dedicata, il sepolcro di F. fu visitato da Pennazzi nel 1773, che trovò il corpo intatto. Qualche anno più tardi la cassa lignea fu sostituita da un sarcofago di marmo, grazie all’intervento della duchessa Feliciana Sylva Altemps. La festa di F. ricorre nel suo dies natalis, l’8 agosto.
BIBL. – Acta SS., Augusti, II, pp. 389-395; Pennazzi 1723b; Mastrocola 1962, pp. 408-419; Filippo Caraffa in Bibliotheca Sanctorum, V, col. 60 (con bibl.); Petrucci 2000c, pp. 517-528.