Felice da Barbarano – Serva di Dio (Barbarano, 1527 – Roma, 20 apr. 1553)
Il Bussi, nella sua Istoria della Città di Viterbo (ristampa anastatica Arnaldo Forni editore 1980, p. 314) parla di questa serva di Dio originaria di Barbarano che è stata resa famosa da una biografia scritta da Bonsignore Cacciaguerra (Lettera alla reverenda suor Isabella di Capua sopra la vita e transito di Felice Vergine da Barbarano in Dialogo spirituale molto utile…, in Venetia, 1568) e poi ripresa da vari autori tra i quali Silvano Razzi (Delle vite delle donne illustri…, In Fiorenza 1595-1606), poi il bollandista Daniel Papenbroeck (negli Acta Sanctorum Aprilis) e da Tommaso Bozio (De Signis Ecclesiae Dei libri 12…., Romae 1591).
Era nata a Barbarano ed era cresciuta fino alla maggiore età in quel paese dedicandosi ai digiuni, alla penitenza, alla preghiera e alla mortificazione. Aveva rifiutato più proposte di matrimonio che i suoi genitori avevano preparato perché voleva consacrare la sua verginità a Cristo. Trasferitasi a Roma, aveva fatto parte di quella corte di donne che erano accanto a B. Cacciaguerra (che nell’ultimo ventennio della sua vita a Roma, in quello che sarà il futuro oratorio di san Filippo Neri, aveva diffuso la sua pratica di vita spirituale incentrata sulla comunione frequente fino a divenire quotidiana). Qui si era distinta per i sacrifici che si imponeva e per le sue orazioni continue tanto da essere additata come modello dallo stesso Cacciaguerra nella biografia che le aveva dedicato. Era morta il 20 aprile 1553 ed era stata sepolta nella chiesa di S. Cecilia sul Monte Giordano.
BIBL. e FONTI – F. Bussi, Istoria della Città di Viterbo, In Roma 1742 (Ristampa anastatica Arnaldo Forni editore, 1980, p. 314); DBI, vol 15, voce “Cacciaguerra Bonsignore”, pp. 786-788.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]