Maestranza italiana, Fonte battesimale, sec. XIV prima metà, pietra calcarea scolpita, cm 100×105 (HxD)
Di provenienza ignota, secondo il prof. Luigi Crema è attribuibile alla prima metà del XIV secolo[1], in origine era addossato alla parete di fondo della navata sinistra.
Di forma ottagonale, a tronco di piramide rovesciata. Poggia su un rocco di colonna scanalata a solchi ondulati. Così il Lise[2] descrive il Fonte: Le facce trapezoidali del fonte sono divise da esili colonnine rilevate con archi a tutto sesto, traforati e ornati da motivi floreali. La fascia di contorno della vasca è suddivisa in quindici comparti con bassorilievi: uno, il più grande, rappresenta il Battesimo di Cristo; dodici raffigurano gli apostoli, il 14° e il 15° son identificabili con s. Mattia (eletto al posto di Giuda e qui rappresentato con la cassetta del sorteggio), e s. Vittoria, riconoscibile dal volto femminile, dalla palma simbolo del martirio e dalla lampada sulla mano sinistra, simbolo della verginità[3]. L’attendibilità della ipotesi di Lise è suffragata dal fatto che questo fonte era, già al tempo di Pietro Paolo Biondi (…-…), nella chiesa di S. Vittoria. Un parroco del secolo successivo, d. Ludovico Grazi, così si esprime in una sua memoria del 30 dicembre 1655: in S. Vittoria “vi è un fonte baptismale de marmore e di gesso a forma di un cinerario, in cui battezza tutto il Popolo della Città e territorio di Acquapendente”. Negli atti della visita pastorale del 1657 di mons. Nicola Leti è detto che il battistero era a sinistra della porta maggiore e che il fonte battesimale è “una vasca in marmo di forma rotonda intorno alla quale (nell’esterno) sono scolpite le immagini, in bassorilievo, come si dice, dei santi Apostoli”[4].
[1] Gruppo Fotografico Aquesio, Mostra fotografico-storica, schede dell’ing. Pier Maria Fossati, s.l., s.d., p. 3.
[2] G. Lise, Acquapendente: storia, arte, figure, tradizioni, Acquapendente, La commerciale, 1971; cfr. A. Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987, p. 19.
[3] A. Agostini, op. cit., pp. 19-20.
[4] Ibidem, p. 20.
[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]