Giannotti Francesco – Storico (Tuscania, 1533 – ivi, 23 febbr. 1607).
È il secondo storico di Tuscania (il primo è fra Pacifico Pellegrini, padre domenicano vissuto nella prima metà del sec. XVI). G. esercitò l’avvocatura a Roma. Dopo aver viaggiato molto, si stabilì a Roma, nel rione S. Eustachio; si ritirò poi a Tuscania, dove terminò la costruzione del suo magnifico palazzo, iniziata probabilmente da suo padre, ser Antonio, cancelliere comunale; oggi l’edificio è sede dell’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato. A Tuscania ricoprì per cinque anni l’incarico di vicedoganiere dei pascoli del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia.
Da una lettera del 22 apr. 1769 inviata da Filippo Magni, archivista del Campidoglio, al sig. Girolamo Giannotti in Toscanella, si conosce il curriculum romano di Francesco dal 1569 al 1590 (attraverso notizie che lo stesso Magni afferma di avere rilevato nell’Archivio Capitolino, Credenzone I): creato cittadino romano dal Consiglio il 2 giugno 1569 (tomo 24, c. 44v), nel 1581 viene imbussolato nell’Urna dei Consiglieri Nobili Romani per il rione di S. Eustachio, con Fabrizio Ilari e Marcello Melchiorri, famiglie nobili; il 1° luglio 1581 fu estratto consigliere del Popolo Romano nel rione di S. Eustachio per il trimestre luglio-settembre (tomo 28, c. 70); nel 1584 fu estratto consigliere, come sopra, con Emilio de’ Cavalieri, Francesco Caffarelli, Francesco Rustici, Fabrizio Ilari, Fabrizio Massimi, Fabio Massimi e altri nobili (tomo 47, c. 167); il 1° apr. 1590 venne estratto caporione di S. Eustachio per il trimestre aprile-giugno (tomo 233). Intorno al 1590, durante il suo soggiorno romano, il G. cominciò a scrivere la storia di Tuscania dal titolo Breve e compendioso discorso dell’antichità di Toscanella.
L’opera, ancora oggi manoscritta, è suddivisa in sei parti; le prime tre vennero pubblicate in ciclostile nel 1969 dal Centro studi storici «V. Campanari» diretto dall’avvocato G. B. Sposetti Corteselli con il titolo Storia di Tuscania scritta da Francesco Giannotti nel secolo XVI. Presso la Biblioteca Hertziana di Roma si trova una terza copia (Storia di Tuscania, I, 32°). Il pregio di quest’opera risiede essenzialmente nel fatto che essa fornisce informazioni su personaggi ed episodi di carattere locale relativi al sec. XVI che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti. Nello scorcio del Cinquecento il G. si dedicò particolarmente alla stesura della sua Storia, ma partecipò attivamente anche all’amministrazione della cosa pubblica tuscanese; rivestì la carica di gonfaloniere del popolo diverse volte dal 1593 al 1606.
Quando, il 1° sett. 1606, venne eletto gonfaloniere per l’ultima volta, era assai malato: il cancelliere comunale e altri funzionari dovettero recarsi presso il suo palazzo, posto nel Terziere di Poggio Fiorentino, per fargli prestare il consueto giuramento, ma Francesco non riuscì più a riprendersi e si spense nel febbraio successivo a 74 anni d’età. Fu sepolto nella chiesa di S. Francesco. Avrebbe desiderato invece che il suo corpo riposasse nella chiesa di S. Biagio, dove nel 1603, quando aveva 70 anni, fece predisporre la seguente epigrafe (dandone incarico al nipote Pietropaolo Giannotti), sormontata dallo stemma di famiglia: D(EO) O(PTIMO) M(AXIMO) / FRANCISCUS GIANNOTTUS TUSCA(NENS)IS / PER MULTOS ANNOS TOTA FERME / ITALIA P(ER)AGRATA ROME DEINDE CI= / VITATE DONATUS IBIDEMQUE ANNIS / TRIGINTA ET EO AMPLIUS POSITIS / PATROCINIIS CAUSAR(UM) TUENDIS IN / PATRIA VERO QUINQ(UE)NNIO VICEDO= / HANERIATUS OFFICIO FUNCTUS TA(N) / DEM ANNO D(OMINI) MDCIII AETATIS SUE / LXX SIBI SACELLUM HOC VIVENS DE= / LEGIT UBI REM DIVINAM PRO SUA / SALUTE QUOTIDIE FACIENDAM CURAVIT / PETRUS PAULUS ADOPTIONE FILIUS / EX SORORE NEPOS MODESTISS(IME) posuit (A Dio Ottimo Massimo / Francesco Giannotti tuscanese / dopo aver percorso per molti anni quasi / tutta l’Italia, alla fine si stabilì a Roma / dove ricevette la cittadinanza romana / ed esercitò la professione di avvocato. / Tornò poi in patria dove / ricoprì l’incarico di vicedoganiere / per cinque anni. Finalmente, / nell’anno del Signore 1603, all’età di / 70 anni, ancora vivente, scelse / questa cappella, dove si dedicò ogni giorno / alle pratiche religiose per la salvezza dell’anima sua. / Il nipote Pietropaolo, figlio della sorella, / da lui adottato pose / con incommensurabile dolore). Certamente molto colto, sempre a corto di denaro, G. manifestò un carattere non facile e alquanto volubile, stando almeno agli impegni finanziari assunti e subito trascurati con gran disinvoltura.
BIBL. e FONTI – AC Tuscania, Registri dei Consigli dal 1587 al 1607 (quattro registri, ARE/2/Registri nn. 40, 41, 42, 43, passim). Arch. Cap. Tuscania, n. 31 Obis (in questo faldone si conservano le due copie manoscritte citate); per approfondire il suo carattere si veda ciò che scrive il cugino Marcantonio nel suo diario (acat n. 225, Diversorum tomo IV, fasc. n. 41 di cc. 56) e quanto già scritto in altra sede (Giontella 2003, pp. 208-212).