Giselberto (Gilberto) – Vescovo (Tuscania, sec. XI)
Alcuni autori distinguono due persone a seconda che i testi rinviino alla forma Giselberto o Gilberto. Giselberto si firma vescovo di Tuscania in diversi documenti, a partire dalla sottoscrizione del concilio lateranense convocato da Nicolò II nel 1059 per definire lo Statutum de electione papae. Nel 1063 viene redatto un Ordo canonicorum che doveva regolare la vita dei canonici della Diocesi di Tuscania (oggi conservato nell’Archivio del Capitolo della cattedrale di Viterbo, Codice 39).
Durante lo scisma tra papa Alessandro II e l’antipapa Onorio II, G. segue il primo anche al concilio di Melfi dove sottoscrive il diploma che il papa concede alla Chiesa di Salerno (1° agosto 1067). Egli compare poi nel sinodo romano del 1068 quando sottoscrive il privilegio del papa alla città di Ferrara. Il 26 marzo 1080 G. assiste la contessa Matilde di Canossa al placito di Corneto che riconosce all’abate di Farfa i diritti sulla chiesa di S. Pietro in Corneto e sulla cella di S. Maria al Mignone.
Il 6 dicembre dello stesso anno G. è a Viterbo, davanti alla chiesa di S. Stefano, per convalidare una donazione a favore della chiesa di S. Maria Nuova. C’è infine una iscrizione senza data su un vaso di reliquie che era sotto l’altare maggiore della chiesa di S. Maria di Vetralla che attesta che erano state deposte dal vescovo G.
BIBL. – G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. I, Viterbo 1907, pp. 98-101; G. Giontella, Cronotassi dei vescovi della diocesi di Tuscania, in “Rivista storica del Lazio”, Anno V, n. 6 (1997), pp. 16-17.