Marini Giovanni Battista (detto Titta) – Poeta dialettale (Tarquinia, 6 lug. 1902 – ivi, 25 lug. 1978)

Scrisse e pubbli­cò a proprie spese diversi volumi di poesie in dia­letto maremmano e romanesco. Tra le sue raccolte poetiche, ormai introvabili, le più note sono Ommini, donne e fazzoletti da naso (Roma, stab. tipo­grafico Celio, 1931) e Cose grosse (apparsa per la prima volta nel 1950, e ristampata nel 1957 con una presentazione di Vincenzo Cardarelli, Tarqui­nia, Ed. Fronte dell’ozio, 1957). Successivamente vennero editi i volumi Tritume (Tarquinia, s.n., s.a.

[post 1946]), Ladri e castroni (Tarquinia, Accade­mia dell’ozio, 1969), Zitti tutti ché parlo io (Roma, s.n., 1965), Primo pelo (Tarquinia, Ediz. Accade­mia dell’ozio, 1970); del 1973 è Storia sì, storia no (Tarquinia, Accademia dell’ozio), antologia di poe­sie dialettali riscritte in lingua.

Dopo Giuseppe Gioacchino Belli il M. è stato l’unico poeta dialet­tale insignito del Premio Lauro Tiberino, conferi­togli in Campidoglio nel 1963. Nel 1972 vinse il Premio Roma di poesia, assegnatogli anche per aver portato la poesia nelle scuole: declamava i suoi versi agli scolari e studenti, invitando poi i giovani ascoltatori ad esprimere le loro impressio­ni. Giornali, libri e riviste si sono occupati della sua opera poetica: in particolare ne hanno scritto più volte il pedagogista Luigi Volpicelli e il critico let­terario e poeta Elio Filippo Accrocca, oltre a Vin­cenzo Cardarelli, suo intimo amico. Nel 2008 la sua opera poetica è stata pubblicata a cura di Mau­rizio Brunori (Tutte le poesie, Tarquinia, Comune di Tarquinia, 2008).

BIBL. – Brunori 1980, pp. 10-14.

[Scheda di Gabriella Spigarelli – Fgb]