Medori Angelo – Compositore (Viterbo 5 febb. 1839 – ivi 19 genn. 1894).
Nacque da famiglia modesta, ma la passione per la musica indusse il padre Eutizio ad iscriverlo al Liceo Musicale di Bologna dove si diplomò con lode in composizione (1866) e dove in seguito fu annoverato fra i soci onorari; a Bologna compose pure una Sinfonia eseguita sotto la direzione di Alessandro Busi al Teatro Comunale (20 apr. 1864). Dopo essersi diplomato ritornò a Viterbo (1866) e fu nominato Maestro di cappella della Cattedrale; per sedici anni fu direttore della banda municipale (il “Civico concerto”) ed insegnante nella Scuola comunale di musica. Si ricorda la sua presenza a Bagnaia in occasione dell’esecuzione delle musiche composte su testo di Metastasio per le funzioni del Venerdì Santo del 1869. Oltre che presidente onorario di molte associazioni cittadine divenne, il 28 giugno 1870, socio onorario dell’Accademia di Santa Cecilia. In occasione dei festeggiamenti del 20 sett. 1871 per Roma capitale, gli fu affidato dai concittadini l’incarico di comporre per l’occasione una cantata dedicata a Vittorio Emanuele II. Nel 1882 fu eseguita con successo la composizione Capriccio sinfonico o Grande tempesta per quattro pianoforti a sedici mani e orchestra «ricca di suggestivi effetti imitativi del temporale e di cui fu richiesto e accordato il bis per intero» (Brannetti, p. 110). Compose pure Naufraghi, terzetto con cori su testo poetico di Bonifacio Onesti, varie messe, musica sacra (Miserere, Le tre ore dì agonìa), romanze, sinfonie e musica da camera, musica per banda e solo nel 1887 si cimentò nel melodramma con l’opera in quattro atti La Galiana, su una leggendaria eroina viterbese, rappresentata al Teatro dell’Unione di Viterbo (8 sett. 1887), sotto la direzione di Armando Seppilli ed interpretato da Amelia Conti Foroni, Orme Darvall, Giuseppe Rizzini, Enrico Stinco Palmerini, Saffo Bellincioni e dal viterbese Eliseo Cuccodoro. L’opera ebbe grande successo e M., applaudito «dalla prima all’ultima scena», ebbe un trofeo di fiori freschi e una corona d’oro offerti dalla duchessa Lante Della Rovere, una corona d’argento dal Circolo Cuore e Arte, un anello di brillanti dalla Società operaia, corone di lauro e, tra le varie epigrafi, una offerta dalla Massa corale e dalla Banda del palcoscenico: «A te / Angelo Medori / che / sull’ali del genio italiano librato / pe’ gli eterei campi dell’arte spaziando / l’ansie le gioie gli affanni / de la bella Galiana / stupendamente musicasti / noi pure / compresi d’ammirazione d’amore / plaudiamo». Morì mentre si accingeva alla revisione dell’opera, che non fu più rappresentata.
Morì nella sua casa nella parrocchia di S. Faustino a Viterbo “gravi morbo corruptus”; il funerale si svolse nella Cattedrale e fu sepolto nel Cimitero comunale di S. Lazzaro.
BIBL. – Schmidl 1936-38, Supplemento, II, p. 525; Trezzini 1966, II, p. 89; Brannetti 1981, pp. 110-111, 115-117, 118; Frittelli 1986, pp. 221-222; Polidori 1986, pp. 553-554; Sessa 2003, p. 317; Cedido, Archivio della Cappella musicale della Cattedrale.
[Scheda di Antonella Giustini – Ibimus; integrazione di Deborah Guerrini – Cersal]