Montigli Carlo – Vescovo (Monferrato, ca. 1530 – Parigi, 10 apr. 1594).
Figlio di Carlo conte di Gabiano e governatore di Casale, si laureò in legge e intraprese la carriera prelatizia come vicario del cardinal Carpi (m. 1564) nell’arcidiocesi di Agrigento. Nel 1565 fu nominato abate di S. Antonio a Casale Monferrato, l’anno dopo governatore di Rimini, nel 1568 governatore di Fano, nel 1570 vescovo di Amalfi. Designato dal cardinal Giovanni Francesco Gambara come suo suffraganeo nell’amministrazione della diocesi di Viterbo, ne divenne titolare succedendo il 28 marzo 1576 al cardinale (che si riservò l’amministrazione della mensa vescovile).
A Viterbo, dove resse la diocesi per diciotto anni, risiedette a lungo, se si eccettuano i viaggi come visitatore apostolico in Lombardia (1576), a Casale (1584) e a Genova (1585), nunzio a Firenze (1591-1592) e in Francia (per incarico del pontefice Clemente VIII).
Sotto il suo governo della diocesi viterbese si ebbe la solenne consacrazione, per mano del cardinal Gambara, della chiesa del santuario della Quercia (7 apr. 1577). Nel 1579 M. fece costruire in cattedrale un nuovo coro (sul modello di quello già presente in S. Maria in Gradi) e dotò la chiesa di un nuovo organo che fu costruito in due anni da Domenico Benvenuti di Colle Val d’Elsa e che aveva preso a modello quello presente in S. Luigi dei Francesi a Roma.
Del sinodo diocesano da lui convocato a Viterbo il 12 marzo 1584 furono stampati gli atti (Constitutiones et decreta dioecesanae synodi Viterben.per admodum Ill. et Revverendiss. D.D. Carolum Archiepiscopum Montilium Episcopum Viterben. In Cathedrali Ecclesia S. Laurentij Civitatis Viterbi, iiij Idus Martij 1584 celebratae, Viterbii, apud Augustinum Colaldum, 1584) che furono frequentemente citati nei sinodi successivi a testimonianza della qualità del lavoro svolto in quell’occasione. Si occupò in particolare della conservazione della fede, della lotta contro gli eretici, dell’istruzione religiosa, del culto e del decoro delle chiese, dell’amministrazione dei sacramenti, dell’amministrazione dei beni ecclesiastici dei luoghi pii, della disciplina degli ecclesiastici. Non fu in grado di dar vita al seminario nonostante i decreti lasciati dal visitatore apostolico Alfonso Binarino nel 1573 e rinnovati dal successivo visitatore Vincenzo Cultello nel 1583 sia per le resistenze dei luoghi pii (che avrebbero dovuto sobbarcarsi gran parte delle spese) sia per la mancanza di locali idonei.
Favorì le compagnie devote e in particolare sostenne la Confraternita della Maddalena nella costruzione della chiesa di S. Maria dell’Ellera, di cui pose la prima pietra il 16 maggio 1589.
Morì mentre era in missione in Francia, nei dintorni di Parigi, il giorno di Pasqua 10 apr. 1594.
BIBL. – Marocco, XIV, p. 87; Pastor, IX, p. 912; HC, III, pp. 106, 336; Rhodes 1963, p. 33; Weber 1994, pp. 234, 349, 789-790; F. Pietrini, I vescovi e la Diocesi di Viterbo, Viterbo 1949, ad nomen; N. Angeli, Viterbo. Espressione musicale dal XVI al XX secolo, Viterbo 2011, pp. 82-83.
[Scheda di Marina Bucchi – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]