Moneta Francesco – Stampatore, editore (Viterbo, 1614 – Roma, l°ago. 1689).
Di famiglia forse proveniente da Canepina sui Monti Cimini, fu stampatore attivo a Roma e a Velletri con edizioni datate dal 1640 al 1675. A Roma ebbe casa, officina e bottega di vendita nell’edifìcio di proprietà del Collegio Inglese all’angolo tra via di S. Tomaso in Parione e via della Fossa (1644-1686); a Velletri rilevò nel 1665 da Palmerio Giannotti l’officina tipografica impiantatavi trent’anni prima da Lodovico Grignani (presso il quale si era probabilmente formato), affidandola l’anno dopo a Pietro Guglielmo Cafasso. La produzione tipografica ed editoriale di M. fu, negli anni Cinquanta e Sessanta del Seicento, tra le più intense e qualificate di Roma, pubblicando sia volumi sia opuscoli, tra i quali numerosi gli avvisi di notizie.
Tra gli autori editi da M. spiccano i nomi di Francesco Maria Torrigio, Florido de Silvestris, Leone Allacci, Prospero Mandosio, dello scolopio Ercole Brasavola, del generale dei Gesuiti Giovanni Paolo Oliva, del dotto inglese Jacobus Albanus Ghibbesius; non mancano opere scientifiche e mediche, raccolte di poesia, romanzi e libri di viaggi, testi e libretti teatrali, guide di Roma, edizioni e trattati di musica, prediche del portoghese Antonio Vieira (caro a Cristina di Svezia), un bel volume illustrato di Giovanni Paolo Rinaldi sugli emblemi araldici. Parte di questa produzione fu su committenza di altri librai-editori, ma il grosso fu edito in proprio.
La notorietà di M. spinse il Comune di Viterbo, che era scontento della famiglia Diotallevi, a fargli un’allettante proposta affinché vi impiantasse una tipografia (1645), proposta che M. lasciò cadere, evidentemente pago dei buoni guadagni conseguiti nella capitale. Per altro verso, pubblicando tanti fogli e opuscoli di notizie con l’approvazione delle autorità pontificie, M. fu una sorta di voce ufficiale della S. Sede, ciò che spinse il polemista politico Gregorio Leti, che aveva abbracciato il calvinismo e viveva a Ginevra, a pubblicare i Dialoghi historici (1665) e i Dialoghi politici (1666) con il falso nome di Moneta. Membro dell’Arciconfraternita delle Stimmate, M. fu sepolto nella chiesa di quel sodalizio. La sua attività fu proseguita fino al 1701 dal figlio Paolo, nato nel 1638, con un netto declino a partire dal 1678.
BIBL. – Franchi 1994, pp. 556-568 (con rif. alle fonti d’archivio); Franchi 2002b, p. 115.
[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]