Pasquali, Rinaldo – Aviatore, meccanico (Caprarola, 15 set. 1887 – Ivi, 29 lug. 1983).

Terzo dei cinque figli di Giuseppe e Ferri Francesca fin da piccolo manifestò una spiccata passione per la meccanica tanto che all’età di 14 anni si recò, a piedi, a Roma dove ebbe la possibilità di fare esperienza in uno dei primi garage/officina
di autoveicoli: l’Officina Salvatori Augusto di Caprarola il quale, oltre a esperto meccanico, era anche un geniale inventore che tra il 1897 e il 1915 brevettò numerosi marchingegni meccanici. Pasquali fu tra i primi in Italia a lavorare con il saldatore a cannello
ossiacetilenico brevettato proprio dal Salvatori. Nel 1905 venne assunto come autista dalla nascente Società Automobili di Roma e ricevette l’incarico di accompagnare Guglielmo Marconi in varie parti d’Italia e fino a Montecarlo.Nel 1908 fu autista del Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti che
conduceva spesso alle sorgenti dell’acqua di Fiuggi per le cure idropiniche. Nello stesso periodo la sua attenzione fu catturata dai primi aeromobili e quando lo scultore francese e pioniere del volo, Leon Delagrange, si recò a Roma, P. collaborò come meccanico con Clovis Thouvenot, per preparare un aeromobile della Casa Fratelli Voisin di Parigi che doveva essere utilizzato per le prove di Delagrange. Siccome lui, in qualità di meccanico, era tenuto ad accompagnare il pilota, P. ha sempre sostenuto di essere stato il primo italiano a volare.

Nel 1909 l’ing. Non hai deciso di realizzare nella brughiera di Cameri (NO) un vero e proprio campo di volo con officine e rimesse, allo scopo di creare la prima scuola italiana di volo e volle che il giovane meccanico caprolatto lo seguisse per collaborare con lui nel campo della meccanica e della sperimentazione e, in tale circostanza, proprio per poter svolgere al meglio il suo lavoro, divenne anche collaudatore e pilotò i monoplani Bleriot ei biplani Farman. Il 16 ottobre 1911 proprio nell’Aeroporto di Cameri, pilotando un aeromobile Farman, conseguì il Brevetto di Pilota Aviatore della Società Aeronautica Italiana (FAI) Società Italiana di Aviazione di Milano. Il brevetto, il n. 66, gli fu consegnato in forma solenne dal Prefetto di Novara.Ottenne anche la tessera nr. 59 della Federation Aeronautique Internationale Italia (Aero Club d’Italia) che riporta il medesimo Brevetto n. 66. Lui però ha sempre sostenuto di essere stato il primo pilota dell’aviazione civile e che avrebbe dovuto avere il Brevetto n. 1 o 2 dato che tutti quelli che si trovavano prima di lui erano stati suoi allievi o erano militari.

Nel 1912 effettuò il collaudo di uno dei primi Nieuport, il modello con il quale il capitano Riccardo Moizo tornò in Libia per un secondo raid aereo. Dopo il fallimento della società che gestiva il Campo di Volo di Cameri, decise di tornare a Caprarola, dove, nel febbraio del 1913, ottenne una licenza per aprire un’officina di riparazioni meccaniche. Nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, possedendo il brevetto da pilota pensava di essere chiamato nella neonata aviazione militare, ma invece, nel 1916, venne arruolato in fanteria.Quasi subito però fu esonerato in quanto la normativa dell’epoca prevedeva che potevano essere temporaneamente esonerati i militari che avessero prestato almeno per un mese il loro lavoro presso stabilimenti privati ​​o imprese che fornivano materiali o lavori per conto dell’Esercito o della Marina .

Finita la Grande Guerra lasciò nuovamente Caprarola e viaggiò molto all’estero. La sua attività consisteva nel recuperare veicoli residui bellici, ripararli e riconvertirli per venderli nei mercati del Medio Oriente. Nello stesso anno, insieme a Celso Donini, costituì una società automobilistica per il trasporto di persone e di merci con sede in un fabbricato costruito a Caprarola appositamente per tale scopo, dove realizzò anche i garage e l’autofficina. Nel settembre del 1930 la società automobilistica
con Donini venne sciolta e Pasquali proseguì da solo la sua attività nell’autofficina. Per la sua collaborazione alla Guerra di liberazione nazionale, nel 1945, al termine del conflitto, è stato insignito del “Certificato al Patriota”;noto anche come “Brevetto Alexander”, il principale e più diffuso riconoscimento ufficiale conferito dalle forze alleate ai patrioti italiani che si erano distinti per aver collaborato con le forze alleate.

Nella seconda metà degli anni ’50 decise che era giunta l’ora della pensione e lasciò la direzione dell’officina meccanica al nipote Pasquali Colombo ma ciò non gli impedì di intraprendere un’altra iniziativa imprenditoriale e, nel 1958, lungo la via Cimina, in località San Rocco
edificò il “Ristorante da Rinaldo” nel registro del quale si trovano nomi famosi di quegli anni. Il 18 ottobre 1978 gli venne conferita l’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana.

Nel corso della sua vita si sposò tre volte ma ebbe una sola figlia, Fernanda, nata dalla prima moglie morta darla alla luce. Morì a Caprarola il 29 luglio 1983 all’età di 95 anni.

BIBL. e FONTI – Archivio di Stato di Viterbo, Serie “Fogli matricolari”; Archivio Centro Studi e Ricerche di Caprarola, passim ; Archivio privato Pasquali Rinaldo, passim; “La Domenica del Corriere”, n. 21 del 24-31 maggio 1908 e nr. 23 del 7-14 giugno 1908; “Illustrazione Popolare. Giornale per le famiglie”, n. 23 del 7 giugno 1908; “La Tribuna illustrata”, n. 21 del 24 maggio 1908; “La Stampa Sportiva”, n. 2 del 14 gennaio 1912; Cronistoria dell’aeronautica militare italiana. vol. II. L’Aeronautica civile Italiana dalle origini al 1912, a cura dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare, Roma 1989 (ristampa dell’edizione del 1927); SL De Mendoza, Alfredo Russo,  Ali e Squadriglie , Milano 1933; M.Cobianchi,  Pionieri dell’aviazione in Italia 1908 – 1914 , Roma 1943.

[Scheda di Luciano Passini – Presidente Centro Studi e Ricerche di Caprarola]