Pazzaglia Ottaviano — Cantore (Ronciglione ca. 1630 – ivi 24 o 25 nov. 1682).

Tenore, fu attivo in cappelle musicali di Roma, dove appartenne alla Compagnia dei Musici di Santa Cecilia (iscr. ante 1658). Dall’apr. 1656 al maggio 1658 fu cantore della Cappella Giulia in S. Pietro in Vaticano sot­to il magistero di Orazio Benevoli. Il 10 marzo 1661 prese parte al concorso per un posto di teno­re nella Cappella Pontificia, ottenne la maggioran­za dei voti favorevoli dalla commissione e fu su­bito assunto in servizio (a mezza paga dal 14 mar­zo 1661, a tutta paga dal 14 apr. 1663). Della Cap­pella Pontificia fu «puntatore» nel 1668, redigen­do il diario di quell’anno.

Parallelamente al servi­zio di cantore, svolse un’attività piuttosto intensa come solista di canto in «musiche straordinarie» per feste religiose, in spettacoli teatrali e in acca­demie promosse da principi e cardinali nei loro pa­lazzi. In particolare cantò più volte a S. Luigi dei Francesi per la festa di san Luigi (25 agosto, dal 1659 al 1664, dir. Abbatini) e negli oratori latini eseguiti al SS. Crocifisso (dal 1674 al 1682). Nel carnevale 1660 fu Valeriano nell’«attione musica­le» Santa Cecilia, rappresentata nel Seminario di S. Pietro con musica di Giovanni Antonio Carpa­no; nel genn. 1668 interpretò il ruolo del capitano Hircano nel dramma La comica del cielo (poesia attribuita a Giulio Rospigliosi, allora papa Cle­mente IX, musica di Antonio Maria Abbatini), rap­presentato nel palazzo già Ludovisi al Corso. Per un anno e mezzo fu anche tenore della cappella di S. Giacomo degli Spagnoli (nov. 1671 – maggio 1673). Nel 1664 era stato ordinato sacerdote.

Man­tenne un vivo legame con la città natale, dove si recava spesso, talvolta lasciando il servizio senza licenza (così nel luglio 1668). Nell’est. 1682, tor­nato a Ronciglione, si ammalò e morì. I colleghi della Cappella Pontificia gli cantarono le consue­te esequie solenni alla Chiesa Nuova la sera del 28. Anche il fratello Ortensio fu cantore, ascritto alla Compagnia dei Musici di Santa Cecilia dal 1647 e tenore della Cappella Giulia dal giugno 1660 fino al luglio 1664. Fu denunciato dal fonditore di me­talli Giovanni Artusi di Bologna (che aveva lavo­rato alla Cattedra di S. Pietro del Bernini) per mo­lestie alla figlia tredicenne; può darsi che questo episodio abbia causato la fine del suo servizio nel­la Basilica Vaticana.

BIBL. – Adami 1711, p. 205; Ademollo 1888, p. 99; Celani 1909, pp. 57-58; Liess 1957, pp. 149-154, 156, 157, 160; Giazotto 1970,I, p. 158; Lionnet 1980, p. 301; Murata 1981, pp. 389-390; Lionnet 1983b, pp. 89, 91, 101-102; Lionnet 1985-86, II, pp. 117, 121, 125; Ciliberti 1986, pp. 350, 352, 354, 377, 379, 385, 392; Franchi 1988, p. 343; Rostirolla 1988, pp. 780-782 (con rif. alle fonti d’archivio); Lionnet 1994, p. 505; Rostirolla 1994, pp. 91-92.

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]