[…] in biasimo delli disprezzatori delle virtù et di quelli che per il denaro fanno attioni indegne» (Viterbo, nella stamparia del Diotallevi, 1645, contiene una villanella «d’incerto autore»);
La crudeltà che usano i mietitori al tempo dell’abbondanza (Viterbo, appresso Bernardino Diotallevi, 1645, secondo il Bussi nota al popolo come l’Abbondanza);
Crudelta dei ricchi nel tempo della carestia, con le astutie di alcune donne (Viterbo, nella stamperia del Diotallevi, 1645, secondo il Bussi nota al popolo come la Carestia);
Del vitio et della virtù, ottave (Viterbo, appresso Bernardino Diotallevi, 1645);
Discorso bellissimo in canzonette, fatto da Maggio, dalla Primavera e dal Tempo. Con una barzelletta cantata da pastori e ninfe in lode del fiorito Maggio (Viterbo, per Bernardino Diotallevi, 1645);
L’huomo infedele et la donna ingannatrice, mascherata (Viterbo, appresso Bernardino Diotallevi, 1645);
L’incatenato amante, «dove si contiene parte della Potenza d’Amore in ottave, capitoli e villanelle, con un bellissimo scongiuro amoroso, et altri sonetti fatti sopra variati soggetti» (Viterbo, per il Diotallevi, 1645; a differenza dei precedenti opuscoli, si tratta di un volumetto con numerosi componimenti, tra cui le ottave sopra la
Potenza d’Amore, «recitate dall’Autore mentre fece la mostra sopra un carro, essendo Capitano di Smargiassi nel combattimento del Castello, che fu fatto nella piazza di Viterbo», e versi in lode di dame, gentiluomini e altri personaggi illustri del tempo, che mostrano P. in contatto con gran parte della coeva società viterbese);
Relatione verissima della bataglia seguita tra la gente di Francia e di Polonia in Val Fichina. Col soccorso dato alla gente francese da gl’italiani, che per tradimento d’una donna restarono privi di peli e capegli (Viterbo, nella stamparia del Diotallevi, 1645; ottave giocose «di notabil’essempio per chi si diletta di pescare alla cieca»; rist. Bologna 1646);
Il sogno finto, fatto sopra a variati soggetti, «opera nuova e curiosa in ottava rima» (Viterbo, appresso Bernardino Diotallevi, 1645).
Perduto sembra il Sogno del Danese di Monte Jugo, citato dal Bussi come «grosso volume»; perduta è anche l’edizione originale (prob. anch’essa del 1645) della Vita di s. Rosa viterbese in ottava rima, della quale resta però la ristampa di trent’anni dopo, fatta fare da G. B. Pettirossi (Vita e miracoli della gloriosa s. Rosa di Viterbo, Viterbo, per il Martinelli, 1675).
BIBL. – Bussi 1737, p. 295; Carosi 1990, pp. 99-106, 184; Angeli 2003, pp. 170, 399
[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]