Ridolfi, Nicolò – Cardinale (Firenze, 1501 – Roma, 31 gen. 1550).

La sua era una famiglia nobile di Firenze imparentata con Leone X (Giovanni Medici, secondogenito di  Loren­zo il Magnifico); fu protonotario apostolico e gover­natore di Spoleto (1514-1516), venne creato car­dinale nel concistoro del luglio 1517. Ottenne le diocesi di Orvieto (1520), Vicenza (1524), Forlì (1526), quindi fu nominato vescovo di Viterbo nel 1532 dopo Egidio Antonini (Egidio da Viterbo), poi anche di Imola e di Salerno. Dal 1524 fu nominato Legato del Patrimonio con poteri amplissimi sia  sugli affari della provincia che della diocesi (pur essendo la diocesi affidata in quegli anni ad Egidio Antonini). Promosse in città diverse riforme che volevano affrontare il problema della carenza di produzione di grano necessario per le sempre più numerose bocche da sfamare dentro le mura. Dopo Antonini e dopo il Grasso fu più volte amministratore della Diocesi di Viterbo e qui si distinse per l’attenzione al santuario della Madonna della Quercia, cui offerse un ex voto, e per il progetto di riorganizzazione degli ospedali.

Cultore delle arti e delle lettere classiche, fu un importante mecenate, distinguendosi per animo caritatevole. La sua collocazione a Viterbo (sia nella Legazione che nella Diocesi) era in funzione della preparazione delle imprese che i Medici stavano conducendo sia contro la stessa Firenze che poi contro Siena. Va anche a suo merito il fatto che nel 1546 Paolo III abbia concesso l’autorizzazione a creare a Viterbo l’Università che da tempo la città aveva richiesto e che in quell’anno fu inaugurata.

Risiedette spesso a Bagnaia soprattutto negli ultimi anni della sua Legazione e del suo governo della Diocesi (che terminò nel 1548); qui confermò i vecchi privilegi e intervenne restaurando il palazzo baronale e creando un nuovo collegamento tra Bagnaia e S. Maria della Quercia. Suo successore nella Legazione fu il cardinale Reginald Pole.

BIBL. – Bussi 1742, pp. 308, 311, 370; Gams, p. 737; HC, III, p. 18; Campbell Byatt 1981, pp. 3-8; Del Re 1985, pp. 164­-166; Frittelli 1985-86, p. 106; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, vol. II, p. II, Viterbo, 1940, pp. 71-81, 132-142; F. Pietrini, I vescovi e la Diocesi di Viterbo, Viterbo 1949, pp. 69-72.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]