L’altare di San Filippo Neri nella chiesa cattedrale di San Lorenzo a Viterbo è privo della fronte. Si innalzano ai lati due colonne con trabeazione in stucco, tutti dipinti a finto marmo incorniciavano un quadro, ora non più esistente. Al di sopra della trabeazione si imposta un timpano nel cui centro erano alcuni putti. Altri putti che sorreggono la croce, sono posti al di sopra del timpano. Le fronti laterali dell’altare sono formate di materiale di recupero della chiesa e cioè, a quanto sembra, pezzi di stipiti in peperino. Evidentemente, alla fine del 600, durante i lavori di restauro interno dell’edificio, si ritenne opportuno non disfarsi del materiale precedentemente usato[1].
La pala d’altare raffigurante san Filippo Neri risale al XVII secolo. All’interno di un ambiente è collocato il Santo, in ginocchio, vestito con i paramenti sacri, con le braccia aperte in atto di adorazione di fronte all’improvvisa apparizione. In basso, a piè della base gradinata ove è il Santo, stanno alcuni putti e fiori di giglio. In alto, tra nubi, è un concerto angelico. È un dipinto un po’ convenzionale nell’atteggiamenti del Santo e nella distribuzione compositiva, ma riflette le buone qualità pittoriche dell’artista, indubbiamente abituato a dipingere composizioni a fresco (come dimostra l’inserto in alto) secondo una lezione bolognesizzante celata in una tradizione locale[2].
[1] SBAS, A. Pampalone, 12/00070562.
[2] SBAS, A. Pampalone, 12/00070541.
[Scheda di Elisa Angelone – CErsal]