Chiesa di S. Maria dell’Eschio

La chiesa, con annesso convento Carmelitano, è posta a circa 500 passi fuori dall’abitato di Valentano, sul margine sinistro della Strada castrense, ai piedi del Montenero. Rispetto all’attuale piano stradale il complesso resta oggi completamente infossato ma tale non appariva col tracciato del vecchio livello stradale sul quale si apriva con due comodi ingressi. Eretta probabilmente non prima del XVI secolo, è documentata nel 1575 quando alla chiesa viene concesso un lascito di 5 giuli[1]. Al mantenimento del tempio contribuiva la Confraternita del Gonfalone e, nel 1631, era amministrata dal priore dell’Ordine dei Carmelitani di Mantova. Poiché la comunità carmelitana ivi eretta era numericamente inconsistente, Innocenzo X (1644-1655) la sopprime e la chiesa, con tutti i suoi beni e proprietà, passa al Seminario di Montefiascone[2]. A forma rettangolare, ad una sola navata con quattro colonne voltate, due per ciascun lato, tetto a capriata e un solo altare. La Mensa e l’altare sono antistanti l’abside entro cui si trova il tronco cavo di una plurisecolare pianta di Eschio sulla quale era originariamente collocata la tegola con l’immagine dipinta della Madonna col Bambino denominata appunto Madonna dell’Eschio[3]. Aperta al culto fino agli anni ’60, oggi è completamente abbandonata.

[1] Archivio di Stato di Viterbo, Not. Acquapendente, prot. 156, (copie atti notarili), c. 42.

[2] B. Mancini, R. Luzi, Valentano tempi e luoghi del sacro, Valentano 1995, p. 62.

[3] Ibidem, p. 60.

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]