Sagretti – Famiglia (Barbarano Romano, secc. XVIII-XX)

Originari di Carassai in provincia di Ascoli Piceno erano giunti a Barbarano nella seconda metà del secolo XVIII. Il primo esponente della famiglia di cui si ha notizia a Barbarano è  il capitano Eugenio Sagretti che nel 1796 era membro del Consiglio comunale:  lo stesso Eugenio nel 1798 proclamerà che anche Barbarano aveva dichiarato soppresso il governo pontificio ma “salva la Religione cattolica”. In questi ultimi decenni del Settecento i Sagretti sono diventati affittuari di terreni del Comune e questo darà luogo ad una causa che si trascinerà per anni e che vedrà la cessione in uso per un decennio ai fratelli  Sagretti della Macchia Cesata a compenso di debiti del Comune nei loro confronti.  Dopo il ritorno del governo pontificio, troviamo Francesco Sagretti  membro del Consiglio comunale durante il periodo napoleonico e nel 1811 Centurione Sagretti Maire di Barbarano e i fratelli Sagretti  fornitori delle truppe francesi (forse nel territorio della Provincia del Patrimonio). E’ certo che quando arrivano a Barbarano i Sagretti  sono già una famiglia importante che, probabilmente, durante il periodo napoleonico, riesce a consolidare  e ad allargare la sua potenza.

Con il ritorno del papa a Roma nel 1814 i Sagretti furono messi da parte ma solo per qualche anno perché troviamo Francesco e Centurione Sagretti dominatori della scena economica e amministrativa di Barbarano tra il 1830 e il 1840. E’ in questo arco di tempo che probabilmente acquistano l’antico palazzo che da loro prenderà il nome in quello che è oggi il Corso Vittorio Enamuele a Barbarano.

Nel 1850 Eugenio Sagretti aveva presentato domanda per affrancare i pascoli sui suoi terreni; molti altri proprietari di Barbarano lo seguirono ottenendo quello che avevano chiesto. Un Sagretti era stato priore di Barbarano dal 1861 al 1870.

Nel 1865 il comune aveva affittato  a Carlo Sagretti le macchie di Melana e di Melanella dove erano state tagliate piante abusivamente Vi fu una causa che si protrasse fino al 1872 quando mons. Salvo Maria Sagretti  (v.) pagò al Comune il dovuto a sanatoria della questione in nome del defunto fratello Carlo.  Nel 1867 in occasione dell’invasione di truppe garibaldine nel territorio, Carlo Sagretti si schierò con il Papato mentre Eugenio Sagretti priore della Confraternita della Morte e proprietario del caffè chiamato “Repubblicano” fu fautore dei garibaldini (quattro figli del Sagretti erano impiegati pontifici).

Nel 1894 cominciò una  causa tra il Comune di Barbarano  con Ettore e Luigi figli di Carlo Sagretti poi con  Francesco Sagretti e i fratelli, figli di Eugenio Nel 1897 cedettero i Sagretti 38 ettari per l’affrancazione di 78 rubbia di terreno;  altra cessione fu fatta nel 1905. Luigi ed Ettore Sagretti si erano appropriati di terreni comunali. La lite si concluse solo nel 1904 per il diritto di pascolo. Poi la contesa si spostò sul diritto di semina. I fratelli Sagretti all’inizio del 900 avevano due mulini idraulici.

Un Oratorio dei Sagretti fu creato da Centurione Sagretti nel loro palazzo che si trova  nel territorio della chiesa di Sant’Angelo: fu approvato nel 1829 e fu visitato dal cardinale Pianetti, vescovo di Viterbo,  nel 1830. I vescovi di Viterbo-Tuscania nel corso delle visite pastorali si fermavano nel loro palazzo di Barbarano. L’Oratorio è ancora attivo.

Tra il 1912-1914 nasce il Legato Sagretti a seguito del lascito di Ettore Sagretti per sussidi ai poveri che verrà amministrato dalla Congregazione di Carità. Salvo Sagretti presiederà il Comitato per l’aiuto a favore delle famiglie dei combattenti nella Prima guerra mondiale. Durante quella guerra Ettore Sagretti ha avuto la medaglia d’argento al valor militare. Tra il 1926 e il 1927 il Comune procedette all’acquisto di terreni da Arturo e Salvo Sagretti (oltre 1200 ettari) a vantaggio dell’Università agraria di Barbarano..

Durante la Seconda guerra mondiale Luigi Sagretti di 15 anni fu condannato per aver sparato ad un soldato marocchino che tentava, assieme ai suoi compagni, di assaltare la villa di Salvo Maria Sagretti dove si era ricoverata molta gente sfollata. La famiglia è ancora presente a Barbarano Romano ed è in possesso di un importante archivio sulle vicende famigliari.

BIBL. – G. Musolino, Barbarano. Storia civile e religiosa, Viterbo 2001, p. 61, 65, 68, 73, 75, 83. 188. 189,  198, 281,296, 328, 329-333, 544, 584.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]