Salamari – Famiglia (Viterbo, Secc. XIII-XIV)
Originaria di Borgo San Donnino (oggi Fidenza) si era trasferita a Viterbo con Salamare de’ Salamari nella seconda metà del XII secolo. Il 24 gennaio 1226 Angelo del fu Salamaro di Viterbo donava al nipote Angelo una torre con casa in Città. Nel 1263 Pietro era Capitano del popolo nella città di Todi. In un documento del 1283 relativo ad una delimitazione di confini di un terreno si fa riferimento ai beni degli eredi di Salamaro figlio di Bramante.
Secondo un manoscritto del Bussi un Giovanni Salamare era arciprete della cattedrale di Viterbo quando il 6 dicembre 1348 era stato creato vescovo di Civitacastellana e la sua effige è riprodotta nella Sala regia del Palazzo comunale di Viterbo. Forse è lo stesso “Vanne” che nel 1312 veniva nominato procuratore di frate Consiglio, arcivescovo di Conza, per registrare nel Libro delle quattro chiavi il proprio consenso alla donazione dei beni fatta a favore di suoi nipoti. Secondo uno studioso viterbese l’ultimo rappresentante di questa famiglia fu Amigozio presente a Viterbo nel 1354. Nel 1363 Giovanni Guidozzi de’ Salamari figlio di Gian Quintilio lasciava alla chiesa e convento di Santa Maria in Gradi una grande tenuta chiamata Casale, con fornace di mattoni, al confine tra Sutri, Civitacastellana e Ronciglione.
Il toponimo Salamaro oggi identifica a Viterbo una zona fuori Porta del Carmine, lì dove la famiglia Salamari aveva le sue terre.
BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2003, p. 460.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]